Verso le Regionali, il vento della restaurazione soffia in Sicilia. Ecco i tre fattori

Redazione

Verso le Regionali, il vento della restaurazione soffia in Sicilia. Ecco i tre fattori

lunedì 04 Settembre 2017 - 09:08
Il vento della restaurazione fischia impetuoso favorito da tre fattori che lo agevolano.
Se prima il Centrodestra in Sicilia era l’espressione di un blocco burocratico-statalista e di un notabilato conservatore comunque ancorato ad una visione ideologica risorgimentale, oggi altro non è che un comitato elettorale senza ideologia ne programma, meta agognata di opportunisti e di cambio casacca che in Sicilia e nel bel paese, a dire il vero, non sono mai mancati.
Il campo è affollato anche da tutti quei notabili, burocrati, clienti e affaristi che il governo Crocetta ha reso orfani di privilegi e fasti del passato e che oggi hanno una grande voglia di rifarsi. La bandiera che li unisce è quella dell’agognata vittoria, l’etica e l’estetica sono solo particolari di cui fanno volentieri a meno. Ciò che serve e ritornare a vincere per gestire governo e potere. Una speranza di vittoria che non tollera il dubbio, che rimuove ogni prudenza anche davanti a previsioni palesemente ingannevoli e non veritiere.
A questa speranza di vittoria contribuisce il Movimento cinque stelle. Un movimento che, storicamente ci riconduce all’esperienza dell’uomo qualunque, è riuscito a costruire degli abili spot mediatici e conquistare qualche municipalità ma si presenta senza un leader e senza un programma credibile che possa far ripartire la crescita e lo sviluppo della Sicilia. Socialmente ha dato vita, a quello che un tempo, la sinistra definiva spregevolmente qualunquismo e che oggi chiamiamo populismo, sentimento che caratterizza anche lo schieramento del Centrodestra.
Il terzo fattore è rappresentato dal Pd e dal Centrosinistra con il suo deficit di democrazia e con il suo rosario di contraddizioni. Va da se che il metodo usato per la scelta del candidato civico non è esempio di democrazia in un partito, il Pd, che ha fatto delle primarie la sua ragione fondante. Aggiungiamo poi che Il concetto  di “discontinuità ” pone il Pd e i movimenti del Centrosinistra , che a tutt’oggi sono dentro questo governo, in una condizione di grave contraddizione e non ultimo, il messaggio ingiusto e dirompente nei confronti di un un uomo che ha guidato il governo della Sicilia in un mare tempestoso di crisi generale, di crisi politica e di crisi finanziaria, prossima al default, com’era la Sicilia all’atto dell’insediamento del governo Crocetta.
Per nulla utile il contributo del Pd nazionale,che per bocca del leader arriva a dire “io ne resto fuori”, una formula pilatesca che prelude al disonore del Golgota. Che fare? Bisogna abbandonare il concetto negativo di discontinuità e abbracciare quello positivo di “progetto” Sicilia e attorno ad un unico tavolo, non chiedere a nessuno di fare un passo indietro ma, chiedere a tutti di fare un passo avanti. L’unità’, anche con la sinistra rinunciataria, ci farà vincere, diversamente segneremo e comprometteremo la battaglia politica siciliana e la prossima battaglia politica nazionale.