Rapinano e aggrediscono addetto pizza express, tre tedeschi arrestati

Redazione

Rapinano e aggrediscono addetto pizza express, tre tedeschi arrestati

venerdì 28 Luglio 2017 - 12:50

Hanno cercato di perpetrare una seconda volta e con le stesse modalità la rapina ai danni del  dipendente di una pizzeria che consegna a domicilio. Questa volta, ad attenderli, c’erano i poliziotti delle “Volanti”.
Tutto ha inizio la notte del 26 luglio quando attraverso una nota applicazione on line venivano ordinate quattro pizze ed altrettante bottiglie di Coca Cola.
La vittima del reato, che di lì a poco si sarebbe realizzato, giunta sul luogo concordato veniva accolta da quattro ragazzi stranieri uno dei quali, dopo essersi impossessato di quanto ordinato, le sferrava un calcio all’addome. Il malcapitato ritornato in forze si dava alla fuga e lo stesso facevano l’aggressore ed i suoi complici dopo averlo per un breve  tratto inseguito.
Il copione veniva ripetuto  l’indomani, più precisamente la notte del 27 luglio: stessa ordinazione da stessa utenza telefonica, medesimo luogo di consegna. Da ciò la richiesta di intervento alla polizia che, ponendosi a debita distanza dell’addetto alla consegna, rintracciava le quattro persone successivamente riconosciute dalla vittima della rapina.
Trattasi di tre maggiorenni Montalto Rico, 23 anni, Nather Ewric, 19 anni, Trifellner Meryem, 22 anni e di una minorenne, tutti di nazionalità tedesca a bordo di una Ford Focus station Wagon di colore nero intestata ad altro loro connazionale.
La perquisizione del mezzo portava al sequestro di  tre coltelli, un’ascia, un seghetto, una sacca, due telefoni cellulari, un portafogli e due targhe  abbinate ad autovettura italiana di proprietà di un messinese che contattato telefonicamente, all’oscuro di quanto accaduto,ne confermava la paternità. Visti i gravi indizi di colpevolezza suffragati dal riconoscimento da parte della vittima degli autori della rapina ai quali veniva contestato il reato di ricettazione si procedeva al fermo di Pg. I maggiorenni venivano condotti nel carcere di Gazzi; la minorenne affidata ai servizi sociali del Comune.