Vullo e il teatrino della politica siciliana

Redazione

Vullo e il teatrino della politica siciliana

mercoledì 28 Giugno 2017 - 15:10

Un autentico teatrino. La nomina di un commissario sta mettendo a nudo tutta la debolezza della politica, costretta ad essere soggiogata da non meglio specificati poteri. Ma la cosa peggiore è che la magistratura messinese non abbia ancora aperto sulla vicenda un’inchiesta, per fare piena luce sul teatro dell’assurdo che sta andando in scena a discapito dell’unico vero interesse: ovvero il diritto alla salute dei cittadini.

Premesso che non sta scritto da nessuna parte che Michele Vullo debba continuare a guidare un’azienda sanitaria siciliana, dopo che lo stesso governo regionale l’ha defenestrato dal Papardo, è opportuno chiedersi in forza di quale principio etico, morale e mettiamoci anche politico, Crocetta l’abbia successivamente designato alla guida dal Policlinico di Messina.

Sullo sfondo poi c’è la polemica sollevata dai sindacati sul possesso dei titoli dell’ex infermiere di Caltanissetta, diventato manager dopo una fulgida carriera lontano dalla Sicilia.

Michele Vullo è un leone ferito e come tale sta mettendo in campo i suoi buoni uffici con quella parte del Pd (leggasi Cracolici), che ha deciso di schierarsi dalla sua parte. A settembre, intanto, ci saranno le primarie del Pd per il candidato governatore e questo sta alimentando le frizioni all’interno di un partito dilaniato: Faraone, Lupo e Cracolici sono già in rampa di lancio mentre Crocetta sta ancora negoziando la sua buonuscita.

E’ evidente che la designazione di Vullo al Policlinico abbia avuto un effetto deflagrante perché nel frattempo il rettore di Messina che l’aveva indicato nella terna dei possibili dg, ha sposato la linea di Faraone e nell’ottica concorsi, meglio tenersi dentro un commissario come Laganga che ha “giurato” fiducia eterna.

Se poi a tutto questo si aggiunge che l’attuale direttore amministrativo del Policlinico giunge dalla Sicilia occidentale, il quadro si fa completo.

Parlare dello scoppio improvviso di una faida all’interno del Pd non è affatto azzardato. Intanto, Michele Vullo studia come impugnare la delibera di giunta.