Risanamento, Gioveni chiede lumi sui 42 milioni promessi dalla Regione

Redazione

Risanamento, Gioveni chiede lumi sui 42 milioni promessi dalla Regione

martedì 27 Giugno 2017 - 10:14

“Dove sono finiti i 42 milioni per il risanamento promessi dalla Regione?” Se lo domanda il consigliere comunale, Libero Gioveni, che accende i riflettori sui fondi che la Regione annunciò per l’anno 2014. Fondi che avrebbero dovuto dare seguito ai quasi 11 milioni parzialmente arrivati nel 2013 e utilizzati per il risanamento del complesso “Casa nostra” e per l’acquisto sul mercato di alloggi da destinare al risanamento di Fondo Fucile e all’emergenza abitativa, seppur si tratti i un iter non completato perché mancano ancora all’appello ben 27 alloggi dei complessivi 66 inseriti in graduatoria.
“I 42 milioni sono fondamentali per una pianificazione a breve e a lunga scadenza per il risanamento dei vari ambiti. In ballo – scrive l’esponente centrista – ci sono tanti fronti aperti: il progetto per la realizzazione di 112 alloggi e di un parco di quartiere a Bisconte, del quale non si hanno più notizie; c’è il risanamento di Camaro S. Paolo basso (l’unico che manca per risanare l’intera zona), visto che in fase di costruzione e ultimazione ci sono già i 46 alloggi di Camaro Sottomontagna. Ciò consentirebbe anche di cancellare l’obbrobrio rappresentato dalle baracche che si affacciano sul viale di Camaro che si collega direttamente con lo svincolo di Messina Centro, che per i turisti che fanno ingresso nella nuova Città metropolitana non costituisce un bel biglietto da visita; c’è il completo risanamento della baraccopoli di Fondo Fucile costituita da ben 140 famiglie, per le quali non possono certamente bastare gli acquisti sul mercato di alloggi; si aspetta un bando che regolamenti la mobilità negli alloggi popolari per sopravvenute modifiche dei requisiti originari (per esempio l’aumento dei componenti di un nucleo familiare che comporta l’assegnazione di un alloggio di superficie adeguata); ci piccoli fazzoletti di territorio in cui insistono a macchia di leopardo pochissimi nuclei familiari per le quali sarebbe necessario trovare una sistemazione per risanare intere aree; poi sarebbe opportuno un nuovo bando per l’assegnazione di alloggi popolari che manca dal marzo 2013 e che si rende necessario per soddisfare le esigenze di quelle famiglie che in questi ultimi 4 anni hanno maturato dei requisiti essenziali (sfratto esecutivo, ordinanza di sgombero, certificato di antigienicità dell’alloggio, invalidità ecc.).
Sono tutte questioni o emergenze che bollono in pentola da troppo tempo ormai e rispetto alle auspico la necessaria svolta che serva a gettare le basi per un futuro più roseo rispetto a quanto finora la città ha mestamente assistito nel delicato settore del risanamento delle sue aree degradate”.