Messina Servizi: Santalco scrive all'amministrazione

Redazione

Messina Servizi: Santalco scrive all'amministrazione

lunedì 12 Giugno 2017 - 11:49

L’occasione del voto in aula, domani lunedì, sull’affidamento del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti urbani, mi dà la possibilità di esplicitare pubblicamente la mia posizione in merito alla proposta di delibera.
In questi giorni molti si chiedono per quale motivo il Consiglio stia, in qualche modo, così comportandosi sull’affidamento di tale servizio alla nuova società Messina Servizi Bene Comune.
Desidero rispondere solo per quanto riguarda la mia posizione.
E’ da quasi due anni che non ho condiviso l’impostazione assunta dall’Assessore Daniele Ialacqua. Prima nella stesura del piano ARO, collegato esclusivamente alla previsione di una gestione del servizio totalmente in house, cioè chiusa al miglior mondo imprenditoriale esterno a Messiambiente. E, successivamente, mi sono opposto, come logica conseguenza, alla costituzione della autodefinita nuova società interamente partecipata al 100% soltanto dal Comune di Messina.
Attraverso costanti e numerosi miei interventi, sia in Commissione consiliare che in Consiglio comunale, ho sempre pensato dal punto di vista non solo politico e ideologico, tanto caro a Ialacqua, ma anche e soprattutto gestionale. Una innovativa impostazione, più moderna e al passo con i tempi, del servizio di igiene urbana deve vedere come organismo di gestione almeno una società mista pubblico-privato con il controllo del Comune al 60% e la gestione industriale assegnata al privato o ad una società pubblica di settore col 40%.
Ciò tenendo conto che si deve disporre di management all’altezza, di conoscenza ed esperienza del servizio secondo canoni avanzati, di capitali propri necessari non solo per investimenti infrastrutturali, ma anche per l’acquisto di nuovi beni strumentali essenziali ad una efficiente e qualitativamente adeguata produzione del servizio (telai – camion silenziosi e non inquinanti, attrezzature di compattazione di nuova tecnologia, completo rinnovo del parco cassonetti di raccolta, lavacassonetti in grado anche di sanificarli e disinfettarli, spazzatrici meccaniche di varie taglie, innaffiatrici e lavatrici stradali, piccoli mezzi di raccolta e lavaggio strade, nuova e più idonea stazione di lavaggio e di manutenzione dei mezzi in sostituzione o aggiunta di quella di Via Salandra, ormai obsoleta). Per non dire altro. L’elenco sarebbe lungo.
Sono fermamente convinto che la nuova società con un capitale di soli € 300.000 in tre anni non può disporre di adeguati mezzi finanziari e la previsione di poter ricorrere alla bancabilità della Concessione possa essere lo strumento idoneo per gli investimenti necessari.
Pia illusione quella dell’Assessore Ialacqua perché il sistema bancario guarderà sempre con sospetto una società partecipata al 100% da un Comune in stato di costante e ancora irrisolto pre-dissesto. Senza considerare gli oneri e gli interessi che da subito graverebbero sui conti economici della nuova società.
Che cosa avrebbe di così diverso la nuova società rispetto a Messinambiente? In pratica solo il nome. Una riverniciata e basta. Per il resto sarebbe la stessa realtà societaria con gli stessi lavoratori, gli stessi responsabili, gli stessi mezzi ormai inutilizzabili, le stesse strutture fisse, gli stessi cassonetti…… cioè avremmo le stesse problematiche che giornalmente, e ormai da anni viviamo, con costanti crisi.
Tutto ciò secondo me corre il rischio di riproporre già dopo breve tempo lo stato comatoso e prefallimentare che stiamo vivendo con Messinambiente. Con un danno irreversibile per lunghi anni e anni.
Non conforta, anzi preoccupa ancor più, il palese e imbarazzante tentativo di interpretare la norma ad uso e consumo dei fini che l’amministrazione persegue, il voler far apparire una procedura corretta quella di non presentare un adeguato piano economico finanziario asseverato da una società di revisione, come invece chiaramente previsto dalla norma.
Lo prevede l’art. 1 c. 609 della legge 190/14, e non convince affatto la tesi del Segretario Generale secondo la quale non essendo previsti investimenti non si deve asseverare il pef. La norma non lo dice in nessun punto, e se fosse stato questo l’intenzione del Legislatore, avrebbe chiaramente detto …. In caso di interventi infrastrutturali è necessario presentare un piano economico finanziario asseverato…. Mentre la norma dice … al fine di garantire gli interventi infrastruttura si deve presentare un pef asseverato…. Come è evidente, il citato è una generica finalità non il presupposto…. Già il precedente collegio dei revisori, partecipato oggi per i 2/3, ha chiaramente spiegato che la locuzione “….al fine di garantire gli investimenti infrastrutturali….”non è il presupposto dell’asseverazione ma una finalità generica prevista dalla norma. La recente sentenza n. 1781/2016 Tar Lombardia, sezione Milano, conferma questa logica interpretazione. Ma si sa, caro Segretario Generale/Ragioniere Generale/Direttore Generale, alle volte lei è aduso alle interpretazioni estensive.
E comunque, come è possibile non prevedere nella società di cui stiamo discutendo nuovi investimenti in attrezzature e capitale fisso? Ma anche se così non fosse, come potrebbe fare un Organo di revisione ad asseverare un piano industriale di una società con un capitale così irrisorio?
Solo una visione miope e minimalista sta determinando l’Assessore Ialacqua e l’intera Giunta Accorinti, compreso il Direttore Le Donne, ad avviare un percorso societario che corre il rischio di abortire già dai primi mesi dalla nascita. Ricadendo sulla Giunta che verrà nel 2018. Senza considerare che il Comune dovrà garantire per i primi tre anni in aggiunta al costo del servizio, complessivamente in più circa 18 milioni di euro per il concordato in continuità. Senza quindi poter contribuire ad eventuali aumenti di capitale societario certo necessario per gli investimenti. Può una nuova costituenda società basarsi su soli € 100.000 per tre anni e sulle anticipazioni bancarie?
Nasce già finanziariamente asfittica.
Questi sono i motivi per cui sempre con fermezza ho contrastato la strada che il Comune sta seguendo, con l’avallo acritico delle forze sindacali le quali con visione miope non guardano alla vera prospettiva futura dei lavoratori che, invece, potrebbero essere garantiti nei loro diritti solo da una società forte economicamente ed organizzata in maniera industriale.

Certamente non posso non evidenziare che una parte del Consiglio Comunale ha già approvato la nuova società Messina Servizi, ma gli stessi colleghi avevano auspicato per il prosieguo un percorso sostenibile e trasparente (cosa che in realtà non appare).
Fra l’altro il termine del 30 giugno non sembrerebbe così perentorio come sostenuto dall’amministrazione e dai sindacati, fatto questo che sta comportando una accellerazione forse non necessaria e che meriterebbe adeguata risposta sia dalla amministrazione che dai revisori.
Fra l’altro un altro argomento importante come quello della pianta organica della nuova società andrebbe supportato ed approfondito sulla base dell’effettiva massa lavoro e del loro utilizzo (sia dei lavoratori di Messinambiente che di quelli di ATO) ampliando la gamma dei servizi e con un supporto innovativo e manageriale nella gestione del personale.

Signor Sindaco, Signori Assessori e Signor Direttore Generale, il fortissimo rischio è quello di affidare il servizio ad una istituenda realtà societaria che nasce già vecchia e sorpassata. Non in grado di gestire al meglio ed economicamente per i cittadini, così vessati, il servizio di igiene urbana di una città metropolitana.
Credo che la possibilità di una bocciatura della proposta di delibera sull’affidamento del servizio sia concreta. Ma ancora, nonostante i tempi ristretti, si potrebbe percorrere una strada che, fermo restando il principio della gestione pubblica cara all’amministrazione, potrebbe costituire una soluzione alternativa più consona ad una auspicabile gestione efficiente ed efficace.
La mia proposta, pertanto, è quella di soprassedere una buona volta alla proposta all’ordine del giorno del Consiglio ed avviare da subito un altro e utile percorso. Abbia questa Giunta il coraggio politico, se vuole veramente il bene dei cittadini così tartassati ed esasperati da un servizio assai scadente, di correggersi anziché riproporre per un altro decennio un carrozzone vecchia maniera. In pratica tal quale a quello in essere.
Mi risulta che la Legge Madia confermi e ammetta una gara pubblica, aperta ai migliori operatori nazionali ed europei. Potrebbe essere una gara a doppio oggetto, cioè da una parte confermando la concessione pluriennale alla nuova società con un ben fatto Contratto di servizio, sotto esame in Consiglio. Dall’altra prevedere l’entrata nella MessinaServizi di un partner privato che faccia, così, il suo ingresso nel nuovo gestore prevalentemente pubblico. Ci sono chiari e virtuosi esempi in Italia da poter seguire.
Perché, viceversa, Messina dovrebbe imprigionarsi con le sue stesse mani entro un modello da vero “socialismo reale”. O da vetero assistenzialismo ?
Viceversa, si emetta un bando entro luglio ove sia messo a gara pubblica il 40% della nuova società MessinaServizi con una concessione di 10 o più anni (15 o 20 anni). Il mercato dovrebbe gradire una gara così aperta e trasparente, con un arco temporale che consenta al socio di innovare ed investire a Messina. Migliorando il servizio e abbassando l’esosa tariffa rifiuti. Si smetta, una volta per tutte, di demonizzare il “privato” che, se ben scelto e controllato, funziona egregiamente in tutte Italia e in Europa.
Oppure il 40% della Messina Servizi sia messa a mercato rivolgendosi a società pubbliche di settore altamente qualificate e partecipate totalmente da partner pubblici (per intenderci tipo Hera)
Si pensi davvero al bene comune dei messinesi, anziché agli stereotipi esclusivamente pubblici che, in definitiva, confermerebbero null’altro che l’esistente. Un esistente che la Giunta Accorinti dice di voler cambiare, ma che in realtà non ha cambiato da 4 anni a questa parte. E che ancora assolutamente non trasformerebbe. Una Giunta di conservazione e non di innovazione, questa per ora la verità. Questo il test in corso davanti alla Città e ai messinesi.

Giuseppe Santalco