Il crescente numero di cause di lavoro perse da ATM S.p.A. approda sul tavolo politico e istituzionale di Palazzo Zanca. Il consigliere comunale Alessandro Russo (PD) ha indirizzato una formale richiesta di chiarimenti al vicesindaco Salvatore Mondello, con conoscenza alla presidente di ATM Carla Grillo, sollevando interrogativi pesanti sulla gestione del contenzioso e sul possibile rischio di danno erariale per l’azienda partecipata.
La presa di posizione arriva all’indomani dell’ennesima pronuncia sfavorevole per ATM: la sentenza della Corte di Cassazione che ha riconosciuto il diritto all’assunzione di cinque ex apprendisti autisti, ai quali l’azienda in passato aveva negato l’ingresso stabile in organico.
Russo inquadra subito il problema:
«La presente a seguito delle recentissime notizie relative all’ultima decisione sancita dalla Corte di Cassazione in merito all’obbligo da parte di ATM all’assunzione di cinque apprendisti autisti che l’Azienda, in passato, non aveva inteso assumere. Decisione, questa, che giunge ultima solo in ordine di tempo e che fa il paio con numerose altre simili decisioni, relative tutte alla giustizia di lavoro, che vede ATM S.p.A. soccombere in cause di lavoro».
Un quadro che, secondo il consigliere, non può più essere considerato episodico:
«Il trend registratosi finora, a dire il vero, preoccupa oltremodo poiché il caso degli ultimi cinque ex apprendisti da assumere è solo l’ultimo, in ordine di tempo, di numerosi altri che hanno visto ATM soccombere sempre in cause di lavoro: licenziamenti, pensionamenti, cause disciplinari».
Russo richiama esplicitamente i principi costituzionali che devono guidare l’azione di un’azienda pubblica:
«Le cause di lavoro che l’Azienda avvia nei confronti di propri dipendenti debbano comunque sottostare alla logica costituzionale del buon andamento e della economicità dell’azione amministrativa».
E sottolinea la responsabilità dei vertici aziendali:
«Ciò comporta, o dovrebbe comportare, in capo ai dirigenti aziendali uno scrutinio molto severo sulla temerarietà delle cause di lavoro che ATM decide di avviare, valutando, singolo caso per singolo caso, quali possano avere fondatezza giuridica e quali, invece, espongano l’azienda a soccombenza nei vari gradi di giudizio».
Particolarmente critica è la valutazione sull’atteggiamento dell’azienda nel caso degli apprendisti:
«Preoccupa lo scrivente consigliere la eccessiva apparente semplicità con cui ATM S.p.A. abbia proceduto a intentare cause di lavoro, esponendo sostanzialmente l’azienda al rischio elevato di soccombenza e, di conseguenza, di conseguenze erariali evidenti».
Il punto, per Russo, è che ogni scelta di contenzioso comporta un costo pubblico:
«Nel momento in cui si intenta causa, è richiesto al dirigente aziendale di valutare molto accuratamente la possibilità e l’opportunità della causa alla luce delle norme e della giurisprudenza. Agire legalmente alla giustizia di lavoro impegnando per tale finalità le risorse pubbliche dell’Azienda rafforza la necessaria diligenza dirigenziale, proprio perché — laddove soccombenti — il costo della lite ricade sulle casse aziendali, quindi pubbliche».
Da qui la richiesta puntuale di trasparenza:
«Si richiedono i dati relativi al contenzioso di lavoro che ha visto ATM S.p.A. coinvolta nel periodo compreso tra il 2022 e il 2025».
In particolare, il consigliere chiede di conoscere:
«Quanti sono stati i contenziosi di lavoro avviati nei confronti di ATM S.p.A. da parte di lavoratori, ex lavoratori e ogni altro soggetto qualificato» e «Quanti contenziosi di lavoro siano stati invece avviati da ATM S.p.A. nei confronti di lavoratori, ex lavoratori e ogni soggetto qualificato».
Non solo numeri assoluti, ma anche percentuali:
«È interesse conoscere la percentuale di soccombenza di ATM S.p.A. nei contenziosi di lavoro, sempre nel triennio 2022–2025 interessato».
Il passaggio più delicato riguarda l’eventuale attivazione di azioni di responsabilità:
«Laddove si manifesti che dai dati di andamento del contenzioso di lavoro l’indice di soccombenza del triennio interessato sia a un livello tale da risultare eccessivo rispetto a un trend fisiologico, soprattutto se correlato a soccombenze per cause di lavoro che per la loro formulazione potevano apparire temerarie o di difficile percorribilità, si invita a valutare l’attivazione tempestiva dell’azione di accertamento delle responsabilità amministrative e dirigenziali».

Russo parla apertamente di possibile danno erariale:
«Ivi perseguendo eventuali accertamenti per esposizione al danno erariale nell’utilizzo delle risorse aziendali collegate a un ricorso al contenzioso eccessivo e/o temerario».
E conclude ribadendo il principio di fondo:
«Tale azione di responsabilità si rende necessaria e opportuna per verificare se l’uso delle risorse aziendali sia stato sempre improntato a economicità, efficienza, buon andamento e opportunità in ambito di contenzioso di lavoro oltre che per ribadire come le risorse pubbliche di cui l’Azienda è titolare debbano essere utilizzate sempre secondo l’oculatezza e la diligenza richieste maggiormente a chi la dirige».
Ora la palla passa al vicesindaco e al management di ATM, chiamati a fornire dati e risposte su una gestione del contenzioso che, numeri alla mano, rischia di trasformarsi in un problema non solo giuridico ma anche finanziario per la città.

