Affettività nelle carceri, Diana Zingales (Azione): “In Italia e in Sicilia non esiste”

red.me

Affettività nelle carceri, Diana Zingales (Azione): “In Italia e in Sicilia non esiste”

red.me |
giovedì 11 Dicembre 2025 - 14:45

Diana Zingales, membro di Azione Patti e responsabile del “Dipartimento Giustizia” di Azione Sicilia, interviene sulla questione riguardante l’affettività nelle carceri, che stenta a essere davvero realizzata.

“Molti istituti penitenziari siciliani non trovano locali idonei: niente incontri intimi per i detenuti. La predisposizione delle misure necessarie a garantire la tutela del diritto all’affettività del detenuto è una realtà quasi sconosciuta in Italia, nonostante siano già trascorsi due anni dalla sentenza della Corte costituzionale n.10/2024. Mentre il Governo intende risolvere il grave problema del sovraffollamento nelle carceri annunciando la creazione di quasi 10.000 nuovi posti grazie alla costruzione di nuovi istituti penitenziari entro il 2027, a due anni dalla sentenza della Corte costituzionale n.10/2024 sul diritto all’affettività, in Italia sono solo 35 su 189 gli istituti penitenziari in grado di implementare questo principio. E gli istituti penitenziari siciliani, dall’Ucciardone sino a Barcellona PdG, hanno manifestato difficoltà a reperire locali idonei. E comunque non costituiscono casi isolati”.

“E dunque, le linee-guida del DAP emanate con circolare dell’11 aprile 2025 in attuazione della sentenza, stentano a trovare attuazione. La tutela della dignità del detenuto e dei suoi diritti fondamentali non può ridursi alla mera creazione di nuovi spazi senza curarsi dei moniti della giurisprudenza europea e costituzionale. Il diritto all’affettività nelle realtà penitenziarie italiane è ancora lontano dalla sua piena attuazione, e il decisore politico deve fornire i necessari chiarimenti su quali saranno, in concreto, i provvedimenti e gli investimenti che intende effettuare per dare attuazione al diritto all’affettività del detenuto, elemento dirimente per contrastare alti tassi di recidiva, atti di autolesionismo e suicidi in carcere, che hanno ormai raggiunto livelli inaccettabili”.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta