Azione Messina interviene sul caso denunciato oggi dalla Gazzetta del Sud: una giovane madre messinese alla quale, nonostante una prescrizione con urgenza entro 60 giorni, è stato assegnato un esame di risonanza magnetica per novembre 2027. Per Azione “non è un episodio isolato, ma l’ennesima conferma di un sistema che si sta incrinando proprio dove dovrebbe proteggere di più: nella tempestività della cura”.
“Come medici, viviamo quotidianamente la frustrazione di pazienti che, di fronte a sintomi preoccupanti, si scontrano contro attese che da lunghe diventano infinite. Non è accettabile che un diritto fondamentale come la salute venga rallentato da ostacoli organizzativi e carenze strutturali. E casi come il recente ritardo dei referti istologici a Trapani — ripreso dagli organi di stampa siciliani — ricordano tragicamente quanto la tempestività possa fare la differenza per la vita di una persona” affermano Emilio Puglisi Allegra, vice segretario provinciale Azione Messina, Fabrizio Zingales segretario cittadino Azione Barcellona e Giovanni Fornaro.

“Le liste d’attesa oggi più che un disservizio sono diventate un fattore di rischio. E lo diventano ancor di più quando, pur di rispettare le prescrizioni, i cittadini sono costretti a rinunciare all’esame o a rivolgersi al privato, creando una ingiustizia che penalizza chi non può permettersi alternative. Per uscire da questa spirale serve una riforma pragmatica e immediata. Bisogna ampliare l’offerta reale di prestazioni nel pubblico riducendo il tempo dedicato alle attività in intramoenia, impiegando quelle ore — con il medesimo trattamento economico per i sanitari — per smaltire le liste d’attesa e riportare la priorità sulla cura dei cittadini”spiegano.

“È una scelta politica e gestionale semplice: se il pubblico non offre abbastanza, il backlog crescerà sempre, indipendentemente dagli annunci. Allo stesso modo, servono procedure più snelle, sistemi di prenotazione trasparenti, un potenziamento stabile del personale e un’organizzazione che non costringa i pazienti a difendere il proprio diritto alla salute come se fosse un privilegio” continuano.
“Azione Messina continuerà a sollevare questo tema finché Regione e Aziende Sanitarie non forniranno risposte serie e percorribili. Perché una risonanza magnetica a due anni non è più un appuntamento ma è una rinuncia alle cure. E non é possibile accettarla come normalità” concludono i tre esponenti di Azione Messina.
Nella foto in evidenza Giovanni Fornaro.

