È stata ufficialmente riaffidata la commessa per il restauro e la valorizzazione di Casa Cammarata, lo storico edificio-monumento noto come “Casa del Puparo”, situato in via Maregrosso. Dopo la revoca dell’appalto originario — annullato perché l’impresa aggiudicataria non possedeva i requisiti necessari — l’amministrazione comunale ha deciso di ripristinare l’iter con una nuova aggiudicazione.
La ditta incaricata è Project srl di Brolo, che ha vinto l’affidamento con un ribasso del 2,15 % sull’importo base: il contratto vale circa 73.133 euro (oltre IVA), su una base di gara iniziale di 74.662 euro. Il progetto, redatto dall’arch. Carmelo Celona, prevede di mettere in sicurezza le vestigia, restaurare le opere e attivare un percorso museale / multimediale che renda la Casa visitabile e fruibile da cittadini e turisti.
Un’opera d’arte fragile in attesa di rinascita
La Casa Cammarata — l’abitazione dell’artista popolare Giovanni Cammarata (1914–2002), che a partire dagli anni ’70 la trasformò in un’opera visionaria fatta di sculture e decorazioni fantasiose — è nota anche come “Casa del Puparo”. Nel corso degli anni, molte delle sue strutture sono andate perdute: la parte originaria dell’edificio è stata in gran parte abbattuta per far spazio a un parcheggio, restando solo la facciata e qualche elemento superstite. Dopo decenni di abbandono e degrado — con erbacce che hanno avvolto l’edificio, vegetazione invasiva e una rete arancione a recintarne la zona — per lungo tempo i cittadini si sono chiesti: “che fine ha fatto il progetto di riqualificazione?”
Per questo, il nuovo affidamento rappresenta una seconda chance per salvare quello che resta di un bene unico, simbolo di creatività popolare e memoria di quartiere.
Cosa prevede il restauro: musealizzazione, multimedialità e protezione
Il progetto di recupero si articola in due fasi principali. Finanziato inizialmente con uno stanziamento di 100.000 euro da parte della Regione Siciliana, il primo stralcio — ora in avvio — riguarda:
- il restauro delle opere ancora esistentila messa in sicurezza dei locali superstitila creazione di un percorso museale multimediale, che permetta di fruire dell’esperienza artistica di Cammarata con tecnologie moderne
Il secondo stralcio, da realizzare in un secondo momento, prevedeva l’installazione di una copertura protettiva per preservare le opere dal degrado, dalle intemperie e dall’avanzata della vegetazione.
Quel secondo stralcio — finanziato in origine con circa 90.000 euro — era stato però perso per un ritardo nella trasmissione della documentazione progettuale da parte del Comune.
Nel frattempo, il nuovo permesso e l’intervento in corso rappresentano un passo concreto per dare un futuro stabile all’opera.
Le critiche: adesso non basta restaurare, serve tutela duratura
Non mancano le voci scettiche. Alcuni osservatori — tra cui il docente universitario e sociologo dell’ambiente Pier Paolo Zampieri — da anni chiedono che il recupero non resti «un restauro perimetrale» ma diventi un progetto culturale a lungo termine, radicato nel quartiere e nella memoria collettiva. Il timore è che, senza adeguata manutenzione, senza protezione vera, e senza un impegno concreto nella valorizzazione, l’opera rischi di tornare in breve tempo all’abbandono.
In particolare, la fragilità del contesto — zona periferica, degrado, erbacce, presenza di insediamenti commerciali e vita urbana discontinua — impone che il restauro sia accompagnato da un piano di tutela, riqualificazione urbana e fruizione sociale.
Un passo avanti, ma la città resta in attesa
Il nuovo affidamento e l’inizio imminente dei lavori costituiscono un segnale importante: la Casa Cammarata — patrimonio artistico, memoria collettiva e potenziale attrattore — potrebbe finalmente ritornare a nuova vita.Resta però da affrontare una sfida sempre decisiva: trasformare un intervento di restauro in un progetto duraturo e condiviso, capace di valorizzare l’opera, tutelarla da rischi futuri e renderla parte attiva della città.
Per i cittadini, per il quartiere di Maregrosso e per Messina intera, le speranze sono ora riposte nel cantiere e nella concretezza dei prossimi mesi.

