Si accende il dibattito sulla gestione del servizio carro attrezzi di ATM. A intervenire è Giandomenico La Fauci, vicepresidente supplente del Consiglio comunale e capogruppo di Ora Sicilia, che annuncia il deposito di una interrogazione urgente.
«Dal 2 settembre l’azienda ha deciso di spostare 6 operatori dal servizio rimozione forzata al trasporto pubblico, riducendo così la dotazione dei carro attrezzi da 8 a sole 2 unità. La conseguenza? Il Comune è costretto a chiamare carro attrezzi privati con costi evidentemente maggiori», dichiara La Fauci.
Secondo il consigliere si tratta di una scelta illogica: «È una decisione che non ha senso: da un lato si riducono i dipendenti interni per risparmiare, dall’altro si spende di più affidando il servizio all’esterno. Come dice un vecchio proverbio, si tira la porta da un lato per aprirla dall’altro».
La vicenda era già stata sollevata dalla Uil Trasporti, che in una nota del 2 settembre ha evidenziato le criticità legate alla riduzione del servizio. «Il servizio carro attrezzi passa da 8 a 2 unità operative proprio quando sarebbe necessario garantire standard efficienti per il controllo del traffico cittadino», sottolinea La Fauci, richiamando la posizione del sindacato.
Al centro della polemica anche la mancata proroga di 19 contratti interinali scaduti il 31 agosto: «Nonostante il fabbisogno fosse prevedibile, ATM non ha prorogato i contratti. Una mancanza di programmazione che ora si scarica sui conti del Comune e sulla qualità del servizio ai cittadini».
Nell’interrogazione, La Fauci chiederà chiarimenti su tre punti:
- i costi effettivi sostenuti dal Comune per il ricorso ai privati,
- le motivazioni della mancata proroga degli interinali,
- la valutazione economica a supporto della decisione.
«Voglio anche sapere se ATM ha comunicato preventivamente al Comune questa riduzione del servizio e quali autorizzazioni ha ricevuto».
Il consigliere avverte anche sul rischio di non raggiungere l’obiettivo annuale: «C’è il rischio concreto che non si raggiunga il target di 600 rimozioni previsto dall’accordo aziendale, con conseguenti perdite economiche sia per ATM che per il Comune. Ma soprattutto si sta snaturando un servizio pubblico essenziale, aprendo spazi operativi ai privati quando si potrebbero utilizzare le risorse interne».
Per La Fauci serve una strategia a lungo termine: «È necessario un piano strutturale per la gestione del personale ATM che eviti questi continui ricorsi a soluzioni emergenziali. I servizi pubblici richiedono programmazione seria, non gestione dell’ultimo minuto che alla fine costa di più e funziona peggio. L’amministrazione deve vigilare sul rispetto dei contratti di servizio e pretendere da ATM una gestione più razionale delle risorse pubbliche».

