Vara 2025: nel segno della fede, della memoria di Sara Campanella e della festa

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Vara 2025: nel segno della fede, della memoria di Sara Campanella e della festa

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sabato 16 Agosto 2025 - 15:39

Ieri sera, alle 18:38 in punto, Piazza Castronovo si è trasformata in un mare di voci e colori. Al grido potente di “Viva Maria!”, scandito da migliaia di fedeli e accompagnato da mortaretti, ha preso il via la Vara 2025, la monumentale macchina votiva che ogni Ferragosto diventa l’anima della città.

A dare il segnale di partenza è stato don Antonello Angemi, cappellano della Vara, che prima di affidare il corteo alla Madonna ha voluto ricordare Sara Campanella e tutte le vittime di femminicidio. Un momento di silenzio e riflessione, insolito per un evento tanto festoso, che ha caricato di significato l’intera processione: un messaggio forte di condanna alla violenza sulle donne, accolto con commozione dal pubblico.

Duemila tiratori e una città intera

Sono stati circa duemila i tiratori impegnati a muovere la Vara lungo il tradizionale percorso, tra il calore di una folla che, secondo le stime, ha superato le centomila presenze. La città si è stretta attorno al suo simbolo, trasformando il centro in un unico, ininterrotto fiume umano. Il passo è stato lento, quasi solenne. Non solo per la mole dell’imponente struttura, ma anche per la grande partecipazione che ha reso più complesso il coordinamento. I primi metri, come da tradizione, sono stati segnati dalla scasata, il “primo strappo” della corda: quest’anno ne sono serviti due per vincere la resistenza del cippo e trovare il ritmo giusto.

La girata e l’arrivo in Duomo

Uno dei momenti più attesi, la celebre girata da via Garibaldi a via I Settembre, ha richiesto tutta l’abilità e l’esperienza dei tiratori. Tra cori, incitazioni e mani tese ad aiutare, il passaggio è stato superato senza intoppi, tra gli applausi della folla.Alle 21:31, la Vara ha fatto il suo ingresso in Piazza Duomo. Lì, davanti alla Cattedrale illuminata, si è svolto il rito del taglio delle corde: un gesto simbolico che segna la fine dello sforzo collettivo e l’inizio della festa spirituale. La serata si è chiusa con la benedizione del Vescovo e, poco dopo le 23, con uno spettacolo pirotecnico visibile da tutta la città e persino dalle coste calabresi.

Una tradizione che unisce

La Vara 2025 resterà nella memoria non solo per i numeri record di partecipazione, ma per la carica emotiva che ha saputo trasmettere. È stata un’edizione capace di coniugare fede e attualità, devozione e messaggio civile, memoria storica e presente.

A Messina, la Vara non è soltanto una processione: è un patto collettivo che ogni anno si rinnova, un filo invisibile che lega generazioni diverse nello stesso grido, sempre identico e sempre nuovo: “Viva Maria!”.

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