“Vogliamo l’acqua dal rubinetto!”: «Bloccare subito la privatizzazione dell’acqua»

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“Vogliamo l’acqua dal rubinetto!”: «Bloccare subito la privatizzazione dell’acqua»

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giovedì 24 Luglio 2025 - 11:22

Il Comitato civico “Vogliamo l’acqua dal rubinetto!” è tornato a farsi sentire questa mattina, alle ore 10.00 presso il Palacultura, dove le attiviste e gli attivisti hanno consegnato ai sindaci dell’Assemblea Territoriale Idrica (ATI) di Messina una lettera con una richiesta netta: fermare l’iter che porterebbe alla privatizzazione della gestione del servizio idrico in provincia.

Nel documento, il Comitato contesta la scelta della commissaria regionale di predisporre un nuovo bando per l’individuazione di un socio privato della costituenda “Messinacque S.p.A.”, una società mista pubblico-privato che gestirebbe per 30 anni il Servizio Idrico Integrato (SII), con ricavi stimati oltre i 3 miliardi di euro.

«La scelta della commissaria è in contrasto con la vittoria nei referendum del 2011 contro la privatizzazione dell’acqua, con la legge d’iniziativa popolare e con la legge regionale n.19/2015», si legge nella nota. Il Comitato ribadisce che numerosi enti locali del messinese hanno più volte sostenuto la necessità di mantenere pubblica la gestione dell’acqua.

Le attiviste e gli attivisti di “Vogliamo l’acqua dal rubinetto”

Dopo due bandi andati deserti, il 28 aprile scorso è stata pubblicata una nuova “consultazione preliminare di mercato”. Secondo quanto appreso dalla stampa, vi avrebbero risposto quattro grandi imprese, aprendo così la strada a un nuovo bando con condizioni modificate, ma sulle quali non ci sarebbe alcuna trasparenza.

Il Comitato chiede con forza ai sindaci:

  • di attivarsi per impedire l’esautoramento dei Comuni nella gestione del servizio idrico;di chiedere la revoca del commissariamento e il blocco delle nuove procedure
  • di avviare finalmente la costituzione di una società consortile pubblica tra i Comuni dell’ATI, come deliberato negli anni scorsi
  • di garantire a tutti i cittadini della provincia acqua potabile pubblica disponibile 24 ore su 24.

«Non si tratta di polemica – ribadiscono dal Comitato – ma di rispetto per i territori, per la salute pubblica e per la volontà popolare espressa nei referendum».

L’appello è ora nelle mani dei sindaci, chiamati a scegliere se difendere la gestione pubblica dell’acqua o acconsentire al modello misto voluto dalla Regione.

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