A nulla sono servite le rassicurazioni istituzionali e politiche: la sede Inps di Barcellona Pozzo di Gotto chiuderà definitivamente il prossimo 1° giugno, come stabilito dalla delibera n.137 del Consiglio d’amministrazione dell’Inps del 18 dicembre 2024.
A denunciarlo è il segretario generale della Uil Messina, Ivan Tripodi, che punta il dito contro le “promesse solenni ma tradite” di amministratori locali, parlamentari e rappresentanti del governo. Un duro attacco che chiama in causa la mancata revoca del provvedimento e lancia un ultimo appello all’Inps nazionale per scongiurare quella che viene definita “una sconfitta per l’intero comprensorio”.
“I reiterati, solenni e roboanti impegni formali, assunti pubblicamente soltanto qualche mese fa, con i quali veniva scongiurata la chiusura della sede Inps di Barcellona si sono incredibilmente sciolti come neve al sole. Dobbiamo registrare che in merito alle nefaste conseguenze della delibera del Consiglio d’amministrazione dell’Inps n. 137 del 18 dicembre 2024, concretamente, non è mai cambiato nulla e non vi è mai stato alcun atto amministrativo finalizzato ad emendare la decisione. Infatti, il prossimo 1 giugno, la sede Inps di Barcellona chiuderà definitivamente i battenti con grave nocumento per tutta la collettività di tutto il suo vasto comprensorio. Pertanto, le promesse e le rassicurazioni del sindaco di Barcellona, nonché della pletora di parlamentari e addirittura di qualche sottosegretario di Stato, si sono rivelate parole al vento e fumo negli occhi nei confronti di cittadini, lavoratori e pensionati che avevano ingenuamente creduto alla salvezza dell’importante presidio” ha dichiarato Ivan Tripodi.
“Tenuto conto del lassismo dimostrato da tutti gli attori di questa ignobile farsa, lo scoramento è oggettivo e la chiusura definitiva della sede Inps di Barcellona è ormai una triste realtà. In tal senso, ci appelliamo al presidente dell’Inps avv. Gabriele Fava e al Cda dell’Istituto affinché, in extremis, assumano una delibera che annulli la decisione dello scorso dicembre che depaupera fortemente una città, la seconda della provincia di Messina, una comunità e un grande territorio. Riguardo la credibilità di taluni personaggi c’è ben poco da aggiungere: i fatti, che sono appuntiti e duri come i chiodi, non lasciano spazio ad alcuna interpretazione e sbugiardano i tanti venditori di fumo che hanno dimostrato la loro inconsistenza ed inadeguatezza” ha così concluso Tripodi.