Ponte, il “No” dei docenti: la scuola non va politicizzata

Sono 700, probabilmente arriveranno a 1.000 o forse più. Sono i docenti messinesi che ieri si sono dati appuntamento in un cinema cittadino per dire “No” al Ponte. La voce del dissenso trova un nuovo “preoccupante” megafono.

E’ quello dei docenti, dei professori che dovrebbero divulgare cultura e che invece hanno deciso di indossare, loro malgrado, la casacca politica. E’ un segnale sinistro. La scuola dovrebbe essere avulsa dai condizionamenti politici, ma non è così, evidentemente, a Messina. La contaminazione politica dei partecipanti all’incontro è documentata dalle immagini divulgate sulla Rete.

Sono docenti che insegnano nelle scuole cittadine, laddove le “menti” diventano appetiti. Perché, come diceva Rita Levi Montalcini, la mente è una spugna, ma no va imbevuta di ideologia “nopontista”. Anche perché la mente non è un vaso da riempire.

La coscienza critica degli studenti va preservata da chi ritiene di poterla condizionare.

La decisione politica di realizzare il Ponte – suffragata da un largo consenso popolare – non può essere condizionata da 700 docenti che hanno deciso di uscire allo scoperto per dire “No” alla realizzazione della mega infrastruttura, adducendo motivazioni disparate. Non c’è nulla di predatorio nella logica del progresso e, soprattutto, di una prospettiva di sviluppo per i nostri giovani, oggi studenti domani lavoratori.

Ai docenti firmatari del documento, ricordiamo che negli ultimi 10 anni, oltre 30mila ex studenti messinesi sono andati via da Messina per affermarsi altrove. Sono fuggiti da questa terra matrigna perché alcuni docenti hanno solo pensato egoisticamente a divulgare ideologie politiche.

Da ultimo, chiedo a questi docenti se sono disposti a firmare un documento con il quale chiedono di aprire le scuole anche d’estate, magari rinunciando a qualche giorno di ferie?

Davide Gambale

Redazione

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