Truffa dello specchietto, 21enne finisce in manette

Un giovane di 21 anni è stato arrestato in quanto ritenuto responsabile di aver attuato la cosiddetta truffa dello specchietto. Si tratta di un espediente con il quale soggetti senza scrupoli, simulando di aver riportato la rottura di uno specchietto retrovisore a causa di una altrui manovra di guida scorretta, pretendono il risarcimento immediato da parte di malcapitati, che molto spesso vengono adocchiati in donne ed anziani. Quella appena descritta può definirsi l’ipotesi “classica” della truffa. Ma i poliziotti che hanno arrestato il ventunenne hanno individuato una variante più articolata che, alla consueta simulazione del presunto incidente, fa seguire l’impossessamento di borselli, portafogli e quant’altro possa essere di valore, che la “vittima di turno” lascia temporaneamente incustoditi all’interno della propria auto.

Il giovane arrestato, da ritenersi innocente fino alla sentenza irrevocabile che ne accerti le responsabilità, è riconosciuto come l’autore di tre distinti episodi criminosi, perpetrati lungo le autostrade A/18 Messina-Catania e A/20 Messina-Palermo tra i mesi di novembre e gennaio scorsi. Agendo in complicità con un altro soggetto, il giovane “abbordava” con la propria auto la potenziale vittima alla quale attribuiva la presunta collisione: quindi, con metodi decisi, la costringeva a fermarsi e, distraendola contestando il presunto danno riportato, favoriva l’azione del complice, lesto ad impossessarsi degli effetti personali presenti nell’auto. In due dei tre episodi, la sottrazione di altrettanti borselli è andata a segno; nel terzo, il tentativo di strappare di mano il cellulare della vittima è stato vanificato dalla sua pronta reazione.

L’analisi dei filmati di videosorveglianza ha permesso agli uomini della Polizia Stradale di Messina di individuare l’auto utilizzata dagli autori del reato e, conseguentemente, l’identificazione del conducente: si tratta di un ventunenne di origini calabresi, domiciliato in provincia di Catania. Il successivo riconoscimento operato dalle vittime ha chiuso il cerchio delle responsabilità sul giovane, a carico del quale il G.I.P. del Tribunale del capoluogo peloritano ha riconosciuto la gravità del quadro indiziario ed ha emesso la misura cautelare degli arresti domiciliari con applicazione del braccialetto elettronico. L’uomo è stato quindi tratto in arresto pochi giorni fa: si tratta dello stesso soggetto che, unitamente ad un complice, è stato denunciato all’autorità giudiziaria circa una settimana addietro dalla Polizia Stradale di Siracusa per un episodio assolutamente simile commesso in quella provincia.

Novità di rilievo è data dalla circostanza secondo cui, condividendo in larga parte le argomentazioni avanzate dalla Procura, il G.I.P. ha riconosciuto nel proprio provvedimento gli estremi della violenza privata nell’azione costrittiva con cui una delle vittime è stata fermata prima di essere derubata. Elemento che ha fatto scattare la contestazione del reato di rapina per uno dei tre episodi (il secondo è stato contestato quale tentata rapina impropria ed il terzo quale furto con destrezza).

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