Dimensionamento scolastico, c’è la proroga ma ai sindacati non basterà

La senatrice messinese di Fratelli d’Italia Ella Bucalo interviene sul tema delle norme sul dimensionamento scolastico, annunciando una proroga sull’iter previsto dai decreti approvati. La legge ha preoccupato non poco il mondo della scuola e i sindacati, in primis Cgil, che hanno protestato e hanno detto e scritto molto, recentemente, sulla questione.

“Approvata in Consiglio dei Ministri la proroga al 5 gennaio del termine ultimo per l’approvazione da parte delle Regioni dei piani di dimensionamento. Il provvedimento, inserito nel Milleproroghe, consente alle istituzioni scolastiche che lo vorranno, di avvalersi per il solo anno scolastico 2024-2025, di un meccanismo di flessibilità sugli accorpamenti che consentirà loro di incrementare il numero di autonomie scolastiche fino a un massimo del 2,5% rispetto al contingente definito dal Decreto 127 del 2023. Un atto importantissimo, che risponde alle esigenze e alle preoccupazioni del mondo scolastico, da più parti emerse in questi mesi, concedendo una boccata d’aria specie in quelle regioni, soprattutto del Mezzogiorno, in cui una particolare orografia del territorio vede come necessarie decine e decine di piccole scuole di frontiera. Un atto per il quale non posso che ringraziare questo Governo e il Ministro Valditara, che da sempre hanno manifestato grande sensibilità per il mondo della scuola.” Ha dichiarato Bucalo, membro della Commissione cultura e istruzione del Senato e vice responsabile del dipartimento scuola di FdI.

La notizia della proroga rassicurerà il mondo della scuola ed i sindacati, che hanno sin da subito avversato il provvedimento? C’è da ritenere di no. Cgil ha più volte scritto anche sulla particolare situazione locale messinese e siciliana. Con il dimensionamento temono che si possano perdere autonomie scolastiche e presidi importanti per il territorio, oltre a molti fondi statali a loro destinati. Solo il ritiro del provvedimento placherebbe gli animi, stando alla situazione attuale.

“Come regione Sicilia paghiamo già un prezzo altissimo in termini di carenze di ambienti scolastici, di palestre, di spazi adatti per realizzare le mense e poter aumentare il tempo scuola dei nostri bambini che, al termine del primo ciclo, a conti fatti, passano a scuola due anni in meno rispetto ai coetanei che vivono in una regione del nord. Con questi tagli, abbiamo ulteriormente confermato che un diritto fondamentale come la scuola pubblica non è uguale su tutto il territorio ma rimane legato al luogo geografico in cui si nasce o si vive. Sono scelte miopi come queste che condannano un territorio a fenomeni sempre crescenti di denatalità e di spopolamento: senza scuola, senza sanità, arretrano i servizi pubblici, e dove gli abitanti scarseggiano, non ci sono investimenti, non ci sono opportunità occupazionali, scompaiono le comunità e si va verso la desertificazione umana. Come FLC CGIL, abbiamo espresso la nostra netta contrarietà al dimensionamento fin da subito e abbiamo messo in campo diverse iniziative. Abbiamo impugnato il provvedimento con i primi esiti che purtroppo non sono positivi, ma siamo in attesa della risposta nel merito da parte del tar del Lazio che si pronuncerà il 6 febbraio Abbiamo lanciato una raccolta firme contro il dimensionamento che, in pochi giorni ha avuto più di 5 mila adesioni” aveva scritto la segretaria di Flc Cgil Messina, Patrizia Donato, in una nota critica, il 5 dicembre scorso, sia nei confronti del Governo nazionale che di quello regionale, che aveva appena approvato il piano siciliano di dimensionamento.

Michele Bruno.

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