Rifiuti, ok del Consiglio per stabilizzare 147 lavoratori. Uiltrasporti: “Una grande prova di maturità”

“Ci rendiamo conto che l’approvazione della Tari oggi da parte del Consiglio Comunale sia un atto doloroso, visti gli aumenti previsti, ma al tempo stesso era l’unica via per dare le necessarie garanzie alla continuità del servizio porta a porta alla città, servizio sulla cui organizzazione di questi anni ribadiamo tutte le critiche che come Uiltrasporti abbiamo sempre avanzato”. Così la Uiltrasporti, commentando l’approvazione della Tari che prevede, tra le altre cose, un atto di indirizzo per la stabilizzazione di 147 lavoratori i cui contratti sono scadenza il prossimo 31 maggio. Adesso spetta al commissario straordinario Leonardo Santoro dare seguito all’atto di indirizzo del Consiglio comunale.

“Il Consiglio Comunale, con un atto di indirizzo a firma del presidente Claudio Cardile e votato all’unanimità dall’aula, pone anche l’importante ed unica possibile toppa alla spinosa questione occupazionale lasciata in eredità dalla fuggiasca vecchia amministrazione De Luca – dichiara Michele Barresi, segretario Uiltrasporti – un atto con il quale si chiede al Commissario Santoro la stabilizzazione a tempo indeterminato dei 147 operatori i cui contratti sono scadenza il prossimo 31 maggio.

“L’incremento della Tari negli anni di amministrazione De Luca è costata ai cittadini complessivamente 10 milioni in più rispetto al 2018, da 44,5 a 54 milioni di euro, e di certo occorre considerare il problema degli aumenti dei costi di smaltimento in discarica, ma anche – continua il sindacato – la cattiva programmazione e la discutibile gestione del servizio di raccolta con l’introduzione del porta a porta a tappeto in tutta la città. Ben venga l’incremento della differenziata, ma la tempistica e le modalità organizzative applicate sono state di certo oltremodo onerose per Messina Servizi e la città.

“Il Consiglio Comunale era ad un bivio – conclude Barresi – far saltare il discutibile sistema in essere e far piombare la città in emergenza rifiuti o, a denti stretti, salvare l’azienda, il servizio e i livelli occupazionali senza i quali si fermerebbe la raccolta in città. Un atto di buon senso”.

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