De Luca, violento “assalto” alla Uil

Il sindaco di Messina, Cateno De Luca, ormai va a ruota libera nelle sue farneticanti dirette sulla pagina Fb. La violenza verbale che contraddistingue gli attacchi sferrati alla Uil di Messina e, in modo particolare, al presidente del Consiglio comunale, Claudio Cardile, sono devastanti.

Una violenza di cui Messina ne potrebbe fare a meno, in un contesto storico che sta vedendo i sindacati nel mirino delle frange squadriste. Le immagini dell’assalto alla sede della Cgil di Roma sono sotto gli occhi di tutti e il dibattito pubblico non ha bisogno della violenza verbale del sindaco di Messina per “perorare” le proprie cause politiche.

E’ inammissibile, e per questo va fermato subito, che un rappresentante delle istituzioni possa generare “odio” nei confronti di un’organizzazione sindacale, finita ormai nel mirino di Cateno De Luca, dal giorno in cui il Consiglio comunale – presieduto da Claudio Cardile, dipendente in aspettativa di un Patronato riconducibile alla Uil – gli ha voltato le spalle abbandonando l’aula consiliare.

Il Civico consesso, quasi nella sua totalità (fatta eccezione per i quattro consiglieri – arruolati da De Luca), ha deciso di non ascoltare la relazione annuale del sindaco, reo di averli ripetutamente insultati con un linguaggio scurrile e violento.

Da quel momento, De Luca ha iniziato a prendere di mira la Uil, definita più volte una cricca che avrebbe condizionato la vita politico-amministrativa di Messina prima del suo avvento. Parole durissime per le quali certamente il sindacato retto a Messina da Ivan Tripodi adirà le vie legali.

Ma il tema oggi è anche un altro: può un sindaco proseguire a fomentare l’odio nei confronti dei sindacati? La risposta è decisamente no. Una società civile non lo può permettere, men che meno un sistema democratico fatto di regole da rispettare.

A questo punto deve entrare in gioco il prefetto di Messina, perché le parole in libertà – spesso gli insulti – possono armare gli sconsiderati. Questa è istigazione all’odio e le Istituzioni devono intervenire subito.

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