Nuove sedi uffici giudiziari, Ordine avvocati: “Finalmente svolta attesa da decenni”

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Nuove sedi uffici giudiziari, Ordine avvocati: “Finalmente svolta attesa da decenni”

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lunedì 15 Febbraio 2021 - 16:42

Una svolta attesa da decenni finalmente sembra raggiungere un punto fermo: è stato pubblicato dal Ministero della Giustizia il bando per la manifestazione d’interesse volto a trasferire gli uffici del Giudice di pace e del Tribunale sezione Lavoro di Messina da via Malvizzi in altre sedi, verosimilmente quelle messe a disposizione dall’Inps in via Romagnosi e via Capra.

“L’edilizia giudiziaria messinese ha imboccato la strada giusta – commenta il presidente dell’Ordine degli avvocati di Messina Domenico Santoro – dopo anni e anni di confronti e incontri, senza mai risolvere concretamente i problemi che ogni giorno affrontano magistrati, avvocati e tutti gli operatori del settore giudiziario, oltre ai cittadini; l’iniziativa del Consiglio del nostro Ordine è stata subito accolta dalla Conferenza permanente, che ringrazio per la solerzia. Questa scelta è stata adottata da tale competente organismo, presieduto dal presidente della Corte d’Appello di Messina, Michele Galluccio e composto dai vertici dei vari uffici, proprio su sollecitazione dell’Ordine, che ha avviato tempo fa una preziosa e costruttiva interlocuzione con la governance dell’Inps, dopo le numerose lamentele degli iscritti.

Il palazzo di via Malvizzi, com’è noto, è da tempo oggetto di polemiche e critiche per questioni relative alle sue condizioni strutturali.

Gli immobili individuati dall’Istituto in via Capra, invece, oltre a rispondere alle esigenze strutturali e funzionali, sono già pronti all’uso, dunque il trasloco presso tali uffici sarebbe rapido; nell’altro immobile di via Romagnosi, invece, sono necessari solo alcuni lavori di sistemazione.

La ‘rivoluzione’ sull’edilizia giudiziaria cittadina riguarderebbe anche gli Uffici della Corte d’Appello sezione Lavoro e Unep (ufficio notifiche), in un’ottica globale di riorganizzazione e risparmio sulla spesa pubblica. Adesso non bisogna fermarsi – conclude Santoro – e spero vivamente che, nel frattempo, non vi siano ulteriori mirabolanti proposte, di gattopardesca memoria,  volte più a confondere le acque che a risolvere il problema”.