È passata una settimana da quando Messina è tornata zona arancione. La preoccupante impennata dei contagi da Covid-19 dopo le festività natalizie, com’è noto, aveva spinto il sindaco Cateno De Luca a chiedere al governo regionale l’istituzione della zona rossa a Messina: quanto temeva, infatti, era un collasso del sistema sanitario locale. Ad oggi, la pressione sulle strutture sanitarie di Messina e provincia è sicuramente diminuita, anche se va detto che permangono alcune criticità.
Degenza ordinaria. Tali criticità interessano perlopiù i posti in degenza ordinaria destinati ai malati Covid. Stando ai dati più recenti, infatti, sono disponibili solo 50 posti letto su 287, appena il 17,42%.
La situazione chiaramente cambia da struttura sanitaria a struttura sanitaria, e si va da appena 1 posto letto disponibile alla clinica “Cappellani” a 17 posti letto disponibili al Policlinico universitario. Il dato assoluto, però, potrebbe essere poco indicativo della reale pressione nei singoli presidi sanitari, in quanto ciascuno di essi ha un diverso numero di posti letto totale. Pertanto, il numero di posti letto disponibili di ciascuna struttura sanitaria deve essere rapportato per il corrispondente numero totale, ottenendo così la percentuale di posti letto disponibili:
Analizzando la figura, si può notare che, tra i grandi ospedali di Messina, il “Papardo” ha la percentuale più elevata di posti disponibili (28,57%), seguito a distanza dal Policlinico (17,89%) e “Piemonte” (13,33%). Passando all’altro grande ospedale, il “Cutroni-Zodda” di Barcellona presenta una percentuale di posti disponibili pressoché uguale a quella del “Papardo” (28,13%). Nelle cliniche, invece, la situazione è decisamente più critica: fatta eccezione per la “Opus”, che presenta il 20% di posti disponibili, le cliniche “San Camillo” e “Cappellani” hanno una percentuale di posti disponibili inferiore al 10%, rispettivamente del 7,14% e del 3,57%.
Terapia intensiva. Se la situazione in degenza ordinaria è tutto fuorché rosea, non è possibile affermare lo stesso con riferimento alla terapia intensiva. In questo caso, infatti, la pressione sugli ospedali è decisamente più contenuta. In particolare, sono disponibili ben 32 posti in terapia intensiva destinati ai malati Covid-19 su 58, cioè il 55,17%.
Passando ai dati percentuali, si può notare che, in genere, ciascun ospedale presenta una percentuale di posti disponibili ben superiore al 50%:
Fatta eccezione per il Policlinico, che presenta una percentuale di posti disponibili del 47,37, il “Piemonte” e il “Papardo” registrano un’elevata percentuale di posti disponibili, pari rispettivamente al 62,50% e 75%.




