Recovery Fund, De Luca diffida governo nazionale e regionale: "Fondi ripartiti svantaggiando il Sud"

red..me

Recovery Fund, De Luca diffida governo nazionale e regionale: "Fondi ripartiti svantaggiando il Sud"

red..me |
martedì 02 Febbraio 2021 - 11:01

In Italia la ripartizione delle risorse del Recovery Fund (noto anche come Next Generation EU) sarebbe stata formulata in contrasto alle norme europee, svantaggiando il Mezzogiorno. È quanto è emerso ieri durante una conferenza stampa del sindaco Cateno De Luca. Stando a quanto reso noto dal primo cittadino, il Consiglio dei Ministri ha utilizzato quale parametro per la ripartizione delle risorse solo la popolazione delle regioni (più bassa nelle regioni del Sud) e non tutti i parametri utilizzati dall’UE conformemente alle disposizioni in materia di finanziamenti europei che tengono conto, oltre che della popolazione, del PIL Procapite e del tasso medio di disoccupazione (rispettivamente, più basso e più alto nelle regioni del Mezzogiorno). “Pertanto, secondo la corretta applicazione di questi ultimi parametri, – rende noto De Luca – la percentuale corretta delle risorse da assegnare al Sud [non è del 34% (pari a 71,6 miliardi di euro, ma] è del 75% (pari a 156,75 mld) per le regioni del Sud il cui PIL pro-capite è minore del 75% della media europea“.
“Al Sud circa il 3% del PNRR relativo alle opere nuove”.Sulle opere nuove inserite nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR, il programma di investimenti che l’Italia deve presentare alla Commissione europea nell’ambito del Next Generation EU, lo strumento per rispondere alla crisi provocata dal Covid-19, ndr) per un totale di 43.190 mld di euro è stato calcolato con una stima previsionale che solo 1.227.000 euro sono per città del Sud, con una percentuale pari al 2.84% sul totale. – prosegue il sindaco – Infatti, la maggior parte degli investimenti previsti per il Sud per un importo di 16.937,99 miliardi di euro sono oggetto di programmi di spesa esistenti con il conseguente disimpegno delle coperture finanziarie precedentemente stanziate su fondi di bilancio statale (DELIBERE CIPE, FSC, PO FESR) la cui successiva destinazione non è dato conoscere.
Occorre pertanto una maggiore chiarezza su due profili strettamente connessi: 1) le risorse nazionali devono essere aggiuntive e non sostitutive rispetto a quelle messe a disposizione dal PNRR al fine di garantire il finanziamento integrale degli interventi inclusi nel Piano ed assicurarne il carattere addizionale rispetto a quelli già previsti dalla legislazione vigente; 2) i profili temporali di reintegro delle risorse del Fondo sociale di coesione al fine di un controllo del rispetto del vincolo di allocazione delle risorse (80% al Mezzogiorno) e che questo impegno venga preso già nel prossimo Documento di economia e finanza. Tale sostituzione si pone in contrasto con il principio addizionalità come indicato dalla Commissione europea in data 8 ottobre 2019 con una lettera indirizzata al governo“.
Le proposte dell’Anci. Su richiesta di Anci e in piena condivisione con il percorso intrapreso tra Anci e comune di Messina e la città metropolitana, sono state presentate richieste per investimenti pubblici rispettando i requisiti minimi richiesti per poter essere accolti: impatto concreto sull’occupazione, immediata attuabilità e cantierabilità nella prima fase del PNRR per un totale di € 632.000.000. Sono state presentate 9 schede progetto le cui macro aree di intervento sono state inserite tutte nel PNRR Nazionale:
priorità Coesione Economica e Sociale è stato presentato un programma di investimenti per il rilancio occupazionale attraverso: 1) la creazione di una Rete di Autoimpiego per l’incubazione di start up sociali nei settori agricoltura/agroalimentare, artigianato e servizi alla persona € 39 milioni; 2) Risanamento urbano con priorità negli ambiti di risanamento € 196.641.920;
priorità Transizione Green è stato presentato un programma di investimenti attraverso il quale Messina si candida a diventare Città Green protagonista della campagna mondiale per invertire il cambiamento climatico: 3) Messina ForestaMe il più importante progetto nel centro sud di forestazione urbana € 25 milioni 4) la realizzazione della Nuova Rete Idrica con interventi Revamping impiantistica di adduzione, convogliamento e distribuzione € 52.915.477 – 5) Mitigazione del rischio idrogeologico € 44.154.000 – 6) Efficientamento del servizio di raccolta e convogliamento delle acque reflue, sdoppiamento delle acque miste e adduzione verso i depuratori delle acque nere € 36.150.000 – 7) un progetto di Mobilità Sostenibile € 108.300.000;
priorità Transizione Digitale è stato presentato un programma di investimenti per 8) Digital I Hub che rappresenterà il centro di eccellenza, in ricerca e sviluppo nel settore della trasformazione digitale nelle P.A. del centro sud € 66 milioni 9) e TiStar (T-i*): multiple innovazioni digitali realizzazione di nuovi servizi per i City User nei servizi pubblici € 64.350.000.
Il programma di investimenti proposto per la città di Messina ha un duplice obiettivo: transizione “verde” per migliorare la qualità di vita dei cittadini elevando gli indicatori di benessere e sostenibilità ambientale e transizione “digitale” attraverso il DigitaliHUB (aumentando il cofinanziamento dall’Agenzia di Coesione) che rappresenta una straordinaria opportunità per invertire il fenomeno della “fuga di cervelli”.
Ci troviamo di fronte al maggiore investimento della storia della Repubblica a causa di una emergenza socio sanitaria senza precedenti e la priorità trasversale di “ridurre le disuguaglianze territoriali” non è una scelta opzionale, ma obbligatoria. In qualità di sindaco di una città metropolitana di una regione del Sud Italia. Rivendico il diritto ad avviare un’azione a livello nazionale ed europeo e impugnare il Piano del governo del Recovery Fund, in quanto formulato in palese contrasto di norme europee e principi costituzionalmente garantiti perché non definisce un pacchetto coerente di riforme e progetti di investimento pubblico al Sud accentuando le disparità territoriali“.
Per questi motivi, il sindaco ha diffidato:

  1. il governo nazionale ad apportare tutte le modifiche elencate nell’atto di diffida al fine di aumentare la quota di risorse del PNRR al Mezzogiorno nella misura minima del 75% al fine di accelererare la velocità di convergenza all’interno del territorio nazionale nel lungo periodo migliorando la dinamica di convergenza dell’Italia verso il resto d’Europa;
  2. il governo regionale, stante il perdurare dell’inerzia e inconcludenza comprovata anche dal mancato recepimento nel PNRR nazionale esitato dal Consiglio dei Ministri in data 12.02.2021 delle indicazioni e delle linee di intervento inserite dell’atto deliberativo regionale n. 550 del 19 novembre 2020, a formulare nuovo atto deliberativo apportando tutte le modifiche indicate nell’atto di Diffida a tutela dei diritti della regione Siciliana, avviando la concertazione con tutti i soggetti istituzionali locali, interregionali e nazionali per la condivisione e definizione delle linee di intervento ritenute prioritarie nel rispetto delle direttive e normative europee (come sopra enunciato e condividendo il contenuto della proposta di diffida al governo nazionale formulata dal sindaco De Luca e a difesa dei diritti di tutti i siciliani e di gli abitanti dei territori del Sud d’Italia.