Covid, Laimo: "Attività sull'orlo del baratro, bisogna riaprire"

red..me

Covid, Laimo: "Attività sull'orlo del baratro, bisogna riaprire"

red..me |
giovedì 28 Gennaio 2021 - 11:02

Il consigliere della V Municipalità Franco Laimo scrive al governatore regionale Nello Musumeci e al sindaco Cateno De Luca esortandoli, dopo le chiusure delle ultime settimane, a intraprendere delle nuove misure correttive che mirino sì alla tutela e prevenzione della salute pubblica, ma al contempo permettano di riaprire le attività commerciali ormai sull’orlo del baratro.
“Siamo ormai ad un punto di non ritorno economicamente parlando, – evidenzia Laimo – per tutte le attività commerciali ed imprenditoriali della città di Messina, molte delle quali hanno chiuso definitivamente battenti o non hanno visto gli aiuti economici sperati o ancora peggio rischiano di cadere nelle grinfie di strozzini o della criminalità organizzata (ricordiamo tra l’altro che non sono stati varati i nuovi aiuti economici previsti dal governo nazionale ed ancora le ulteriori 18 settimane di Cassa Integrazione 2021 non sono state decretate).
“Tutto questo tempo dell’era Covid ci ha fatto comprendere che questo virus non si può estirpare dalle nostre vite se non grazie alla vaccinazione di massa o screening a tappeto, e pertanto non ci resta che conviverci con tutte quelle misure precauzionali possibili messe a disposizione per la collettività (mantenendo per i trasgressori sanzioni pesantissime), fino a quando non si raggiungerà un’immunità di gregge (attraverso sia il piano vaccinale che immunizzazione naturale) che interromperà la catena di contagio; è chiaro che è dunque impensabile gestire tale situazione sanitaria isolando tutti i cittadini all’interno delle proprie abitazioni ancora e ancora, in quanto l’uomo per natura è un “animale sociale”, e da non sottovalutare poi la situazione lavoro che ormai va di pari passo con la gravità del virus, rischiando un collasso socio-economico.
“A rischio la psiche delle persone”. “A tal proposito bisogna accendere un faro sulla questione psicologica che sta recando gravissimi, estremi e quasi incurabili problemi di salute mentale, una sorta di “psicopandemia”, che deriva da una drammatica miscela di ansia, paura, depressione, lasciando cicatrici profonde che deturpano e deteriorano la prorpia identità umana e sociale. Tanta gente è profondamente colpita dalla situazione di grande resistenza quale ci siamo trovati a fronteggiare da un anno a questa parte, provocando estreme manifestazioni depressive quali, apatia ansia disturbi del sonno, incubi, mancanza di energie, perdita di autostima, vivere eventi fortemente stressanti, ma anche iperattività, senso di soffocamento e crisi di panico, sentirsi vivi ma al contempo sentirsi uccisi da un cattivo sistema che rischia di procedere in direzioni buie e senza vie d’ uscita. Oltre la temperatura termica dovremmo imparare a controllare quella mentale, e comprendere lo stato febbrile della nostra psiche, mantenendola sempre a livelli freschi e mai bollenti.
“Un altro punto sul quale vorrei soffermarmi è tutta questa improvvisa perdita di lavoro (sia autonomo che subordinato o parasubordinato) che sta generando in ogni persona un insieme di sentimenti di smarrimento, misti di rabbia e sconforto, difficili da affrontare nell’ immediato e, che se non ben gestiti, sul lungo termine, possono portare a problematiche psicologiche anche importanti, come il decidere di togliersi la vita. Un percorso mortale preceduto da momenti che via via danneggiano e deteriorano la nostra umanità nella sua interezza: senso di fallimento, frustrazione, di vuoto, sconfitta, rassegnazione, di autostima, di inferiorità, vergogna, senso di colpa, isolamento e suicidio.
“Attenzione anche alla salute dei giovani”. “Non di meno, all’ interno di tutta questa situazione “covidiana”, è il diritto negato dell’ infanzia e dell’adolescenza nella vita quotidiana e scolastica. Stanchezza, incertezza, preoccupazione per il futuro, smarrimento giovanile, insomma, a fare le spesse di questa emergenza sanitaria sono anche loro, i bambini ed i giovani. La negazione della fanciullezza, dei diritti dell’istruzione, dell’attività ludico-sportiva, sta avendo conseguenze pesanti al punto che anche “Save the Children” ha lanciato un allarme. Dietro la DAD, più dispersione scolastica, infatti circa 34 mila studenti delle scuole secondarie di secondo grado sono a rischio di abbandono scolastico.
“Urge tornare alla normalità”. La situazione è allarmante, ecco perché urge tornare immediatamente a vivere la nostra normalità. Cosa fare dunque? Occorre fornire e garantire dunque a tutti test rapidi sierologici, ovvero quei test facilmente da utilizzare utili a comprendere se si è venuti in contatto con il virus o si è positivi; puntare ancora sulla velocizzazione e potenziamento del piano vaccinale ed incentivare l’esclusivo utilizzo di mascherine FFP2 e non quelle di stoffa che mal proteggono se stessi e gli altri; sanzionare pesantemente i trasgressori che non rispettano le regole e coloro che pur sapendo di essere positivi al covid 19 escono dalla propria abitazione propagando e diffondendo il virus; sul fronte scolastico infine occorrerebbe effettuare i tamponi e screening direttamente negli istituti scolastici, naturalmente mantenendo la base volontaria, ma che rappresenterebbe sicuramente un incentivo maggiore di adesione per personale scolastico, studenti e familiari di questi ultimi; fatica sprecata difatti ad opera del personale sanitario che ha visto in questi giorni poche adesioni rispetto alla grande sfera di oltre 30 mila studenti (escluso i familiari). Infine dunque potenziare l’intero sistema sanitario locale senza distruggere quel poco di economia locale rimasta: diritto alla salute e diritto al lavoro devono coesistere, pertanto il diritto alla salute non può uccidere quello al lavoro. Bisogna dunque fare la guerra al virus e non alla libertà personale ed alla vita stessa”.