Scoperto traffico illecito di rifiuti: 16 misure cautelari. I NOMI

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Scoperto traffico illecito di rifiuti: 16 misure cautelari. I NOMI

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mercoledì 16 Dicembre 2020 - 11:58

Un presunto traffico illecito di rifiuti, realizzato da un sodalizio criminale con la complicità di alcuni funzionari della pubblica amministrazione, è stato scoperto dai carabinieri del Nucleo operativo ecologico di Catania (NOE) e del comando provinciale di Messina, portando all’esecuzione di 16 misure cautelari personali e al sequestro di due aziende. Stamani, infatti, i carabinieri del Comando per la Tutela ambientale e del Comando provinciale di Messina hanno eseguito un’ordinanza applicativa di 16 provvedimenti cautelari personali (2 arresti in carcere, 9 arresti domiciliari, 4 obblighi di firma e un’interdizione dai pubblici uffici) e 2 provvedimenti cautelari reali (2 sequestri di aziende), disposti dal Gip del Tribunale di Messina su richiesta della Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia di Messina, nei confronti di 14 persone tra imprenditori e dipendenti operanti nel settore dello smaltimento dei rifiuti e di 2 funzionari pubblici della città metropolitana di Messina.

Contestati i reati di associazione per delinquere, attività organizzata per il traffico illecito di rifiuti, combustione illecita di rifiuti, invasione di terreni e deviazione di acque, abuso d’ufficio, falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale e corruzione.

L’indagine, convenzionalmente denominata “ECO BEACH”, dal nome della società attorno alla quale ruoterebbe tutta la presunta attività illecita, è stata condotta dai carabinieri del NOE di Catania e della Sezione di Polizia giudiziaria dei Carabinieri della Procura della Repubblica di Messina.

L’impianto abusivo e le inondazioni da esso causate. L’indagine ha avuto inizio il 16 dicembre di quattro anni fa, a seguito del controllo eseguito dai militari del NOE e della Compagnia carabinieri di Taormina presso un impianto di trattamento rifiuti di Giardini Naxos che, nella circostanza, risultò essere stato realizzato, in maniera abusiva, in un’area sottoposta a vincoli di varia natura (tra cui quello di carattere idrogeologico), con l’illecita trasformazione di un lungo tratto dell’alveo del torrente “San Giovani” (a Taormina) che lo fiancheggia, attraverso riporti di terreno, in una strada carrabile utilizzata per far giungere al sito i mezzi pesanti trasportanti i rifiuti.

Tale situazione di fatto ha comportato (e potrebbe tutt’ora comportare) seri e reali rischi di possibili inondazioni anche del centro abitato posto a vale dell’impianto, poiché la trasformazione dell’alveo del torrente nella suddetta strada a fondo battuto ha notevolmente ristretto la larghezza naturale del corso d’acqua, determinando il difficoltoso deflusso naturale delle acque in caso di precipitazioni particolarmente avverse, fatto peraltro già verificatosi in almeno due occasioni negli ultimi tre anni.

Il presunto traffico illecito di rifiuti e la presunta complicità della pa. Lo sviluppo dell’attività ha poi fatto emergere il coinvolgimento, in ipotesi di traffico illecito di rifiuti, di più soggetti e più società direttamente collegate alla prima e al suo titolare di fatto, tanto che, nel maggio del 2018, la direzione delle indagini fu assunta dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Messina.

Nel dicembre 2018, l’impianto della società ECO BEACH srl di Giardini Naxos è stato sottoposto a stringente ispezione da parte del NOE di Catania e, per le gravi violazioni contestate, sequestrato. Tale provvedimento è stato convalidato da Gip e ulteriormente confermato dal Tribunale del Riesame, cui gli interessati avevano avanzato ricorso.

Nell’ambito delle indagini sono emerse reiterate condotte illecite da parte dei numerosi indagati, in ordine alla compilazione e ricezione di formulari di identificazione contenenti dichiarazioni non veritiere, all’occultamento, distruzione e l’incenerimento illecito di rilevanti quantità di rifiuti, fino al rilascio di autorizzazioni illecite lungo una lunga filiera che va dal livello della pubblica amministrazione locale fino ai vertici provinciali del settore ambientale.

La presunta attività illecita si sarebbe sviluppata attraverso le condotte dei reati di gestione illecita, discarica abusiva, occultamento e incenerimento di rifiuti, anche di natura pericolosa, per un quantitativo stimato di svariate decine di migliaia di tonnellate, che ha procurato agli indagati un illecito profitto di qualche milione di euro.

Sul fronte dei reati contro la pubblica amministrazione, rilevanti prove sono state raccolte in ordine ai reati di abuso ed omissione di atti d’ufficio, falso materiale, falso ideologico, finalizzati al rilascio di autorizzazioni illegittime, necessarie a “coprire” le illecite operazioni di smaltimento, nonché anche in ordine ad un “dimostrato” episodio di corruzione di un pubblico funzionario della città metropolitana di Messina, addetto al controllo, attraverso la cessione di somme di denaro e ricezione di altre regalie (cene e altre utilità), che compensassero un documentato atteggiamento “compiacente” nel corso dei controlli.

La presunta associazione a delinquere. Nel provvedimento cautelare viene contestato il reato di associazione per delinquere a 8 indagati, ritenuti partecipi di un’organizzazione strutturale, un gruppo criminale volto alla commissione di una serie indeterminata di reati contro la pubblica amministrazione e in materia ambientale, quali il traffico illecito e lo smaltimento illecito dei rifiuti speciali, anche pericolosi, con il fine di consentire a taluni imprenditori operanti nel settore ambientale di massimizzare i profitti, attraverso una considerevole riduzione dei costi che avrebbero dovuto sostenere, qualora avessero proceduto a smaltire i rifiuti in modo lecito.

Complessivamente sono 21 gli indagati tra cui: 16 persone direttamente riconducibili alla gestione illecita di diverse società operanti nel settore della gestione dei rifiuti di varie province della Sicilia; 5 persone appartenenti a pubbliche amministrazioni e enti di controllo locali e provinciali della pubblica amministrazione, coinvolti nel rilascio di attestazioni non veritiere, autorizzazioni illegittime ed altro. Nello stesso contesto il Gip ha disposto anche il sequestro dei 2 più importanti impianti di trattamento rifiuti coinvolti nell’indagine, riconducibili alle società ECO BEACH srl di Giardini Naxos e OFELIA srl di Catania, per un valore complessivo di circa 6 milioni di euro.

Elenco degli indagati. Persone sottoposte alla custodia cautelare in carcere:

  • Venerino Savio, 73enne di Giardini Naxos;
  • Eugenio Faraone, 65enne di Messina;

Persone sottoposte agli arresti domiciliari:

  • Patrizia Savio, 46enne di Giardini Naxos;
  • Gaetano Raffaele Silvestro Monastra, 58enne di Catania;
  • Giuseppe Monaco, 61enne di Acireale;
  • Davide Giunta, 40enne di Francavilla di Sicilia;
  • Rosario Russo, 61enne di Fiumefreddo di Sicilia;
  • Matteo Taliò, 63enne di Taormina;
  • Giovanni Longo, 64enne di Augusta;
  • Stefano Codevilla, 60enne di Catania;
  • Romolo Barbini, 49enne di Francavilla di Sicilia;

Persone destinatarie della misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria:

  • Simone Savio, 25enne di Giardini Naxos;
  • Rosario Catanzaro, 54enne di Taormina;
  • Basilio Gugliotta, 65enne di Giardini Naxos;
  • Vincenzo Intilisano, 43enne di Giardini Naxos;

Persone destinatarie di misura cautelare interdittiva:

  • S.C., 63enne di Spadafora,

Persone destinatarie di informazione di garanzia:

  • L.T. G., 62enne di Giardini Naxos;
  • S.G., 47enne di Giardini Naxos;
  • C.A., 63enne di Messina;
  • L.T.P., 68enne di Giardini Naxos;
  • C.F. 45enne di Giardini Naxos.