Presidente della Camera Penale contro la nuova ordinanza: "Intervenga il Prefetto"

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Presidente della Camera Penale contro la nuova ordinanza: "Intervenga il Prefetto"

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lunedì 23 Novembre 2020 - 13:31

Non si spengono le polemiche contro l’ultima ordinanza del sindaco Cateno De Luca per contrastare la diffusione del coronavirus. Questa volta ad intervenire è stato il presidente della Camera Penale “P. Pisani – G. Amendolia”, l’avvocato Candido Bonaventura, che ha affermato di ritenere inaccettabili i vincoli imposti all’esercizio della professione forense, in quanto ciò violerebbe le garanzie difensive degli assistiti: “Con l’ordinanza in oggetto il sindaco di Messina ha imposto inaccettabili vincoli all’esercizio (anche) della professione forense che, soprattutto in ambito penale, non può essere in alcun modo limitata, perché inviolabile presidio delle garanzie difensive dei nostri assistiti”, ha affermato l’avvocato. Bonaventura, pertanto, ha richiesto un intervento del prefetto affinché annulli la parte dell’ordinanza che impone i suddetti vincoli.

“Riteniamo che nessuna ordinanza sindacale (e neanche un DPCM) possa incidere sulle prerogative riconosciute, anche in ambito Costituzionale, alle nostre funzioni. – prosegue l’avvocato – Fatto salvo il doveroso rispetto, anche nel nostro interesse, delle norme che attengono al distanziamento sociale ed alle precauzioni sanitarie, non sarà certo un Sindaco a poter stabilire se, e quando, un Avvocato debba, e possa, ricevere in studio per un colloquio difensivo un proprio assistito, ovvero (come ad esempio accade nel caso di applicazione di provvedimenti cautelari) i suoi familiari.

“Per gli Avvocati che esercitano in ambito penale non sono mai esistiti (e non accetteremo mai che qualcuno possa imporceli) vincoli di luogo, orario e giorni in cui rapportarci con chi affida la propria libertà (rectius: la propria esistenza) nelle nostre mani. Con una nota diffusa ieri i rappresentanti degli Ordini Professionali della nostra città hanno tentato di spiegare al Primo Cittadino, ahimè invano, le ragioni di una necessaria rivisitazione dell’ordinanza in questione che, irragionevolmente, ci equipara agli esercizi commerciali.

“Il conseguente odierno chiarimento del signor Sindaco non può non dare luogo ad una nostra vibrata reazione ed alla formale richiesta di un tempestivo ed immediato intervento da parte della rappresentate del Governo nella nostra città. Apprendiamo, infatti, dagli organi di stampa che il provvedimento in questione (lungi dal risiedere in esigenze, comunque inconducenti, di carattere sanitario) si fonderebbe invece sull’esigenza di contrastare il ‘…rischio che un ipotetico appuntamento a tarda sera presso uno studio professionale possa diventare facile giustificazione, difficile da verificare, per chi intendesse violare ordinanze e divieti…’

“Il rimedio (il chiarimento) è peggiore del male (l’ordinanza)! Nei nostri studi, dovrebbe essere noto anche al signor Sindaco, non riceviamo il pubblico per motivi ludici. In ogni caso non consentiamo a nessuno di (neanche) ipotizzare che gli Avvocati possano essere ritenuti, anche solo, indiretto strumento di supporto a chi intenda commettere reati e/o violare divieti e/o ordinanze! Chiediamo, quindi, l’intervento del Prefetto di Messina perché (con i poteri di cui dispone) si attivi per rendere priva di effetti (nella parte de qua) l’Ordinanza in oggetto emanata in evidente violazione delle nostre prerogative e degli inviolabili diritti dei nostri assistiti.

“Auspichiamo che, nelle more, il signor Sindaco comprenda meglio cosa possa provocare in una persona che ha urgente necessità di incontrare il proprio difensore in conseguenza di accadimenti di vita ordinaria, spesso anche gravissimi, che possono incidere profondamente sulla vita anche dei di lui familiari, il sentirsi rispondere che in conseguenza dell’ordinanza in questione non è possibile avere accordato un appuntamento prima dell’indomani. Rivaluti il Sindaco il suo provvedimento e, melius re perpensa, ponga immediato rimedio al vulnus che ne deriva”.