Precari provinciali, a rischio la loro stabilizzazione: sindacati pronti a manifestare

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Precari provinciali, a rischio la loro stabilizzazione: sindacati pronti a manifestare

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sabato 21 Novembre 2020 - 10:58

La stabilizzazione dei 91 precari della città metropolitana di Messina è a rischio. Nei mesi scorsi l’ex provincia si era occupata dell’iter per la loro stabilizzazione, ma adesso l’assessorato regionale alle Autonomie locali ha evidenziato che, sulla base dell’attuale normativa regionale, gli enti comunali (in questo caso la città metropolitana di Messina) non possono occuparsi del procedimento in questione. “Serve un emendamento per garantire i percorsi di stabilizzazione di tale personale precario, in quanto [gli enti locali] non risultano contemplati dalla legge regionale 27/2016, con  la conseguente esclusione dalla esplicita previsione di finanziamento a carico della Regione”, si legge in una nota del dirigente generale dell’assessorato alle Autonomie locali.

Fp Cgil: “La città metropolitana vada avanti”. “L’assessorato regionale torni indietro tempestivamente dall’orientamento assunto e tenga conto di quanto evidenziato dalla città metropolitana di Messina, che ha legittimamente completato l’iter della stabilizzazione. – ha dichiarato la Fp Cgil Messina – La città metropolitana prosegua senza esitare e concluda il procedimento con la sottoscrizione dei contratti di lavoro a tempo indeterminato. Senza voler entrare troppo nel merito giuridico della questione, basterebbe che l’assessorato approfondisca i termini della legge regionale 8/2018, che a nostro avviso superano i presunti dubbi della legge regionale 27/16 e garantiscono il contributo totale da parte della Regione Siciliana per la stabilizzazione del predetto personale.

“Ma è possibile che la Regione Siciliana operi ancora in tale maniera? È possibile che si arrivi a novembre 2020 per esternare un dubbio che i solerti uffici dell’assessorato alle Autonomie locali non hanno mai rappresentato negli innumerevoli incontri sul tema, compreso quello che ha visto la partecipazione dell’assessore regionale alle Autonomie locali Grasso, del dirigente generale del predetto assessorato Rizza, dei dirigenti della città metropolitana di Messina, dei lavoratori e dei sindacati? Chiediamo un intervento diretto all’assessore Grasso, affinché si chiarisca questo incidente di percorso. In caso contrario saremo protagonisti, insieme ai lavoratori, di una forte azione di contrapposizione nei confronti di chi sta impendendo la fine di una stagione vergognosa di precariato”.

Sulla stessa lunghezza d’onda la Funzione Pubblica Cisl di Messina, che su quanto accaduto ha commentato: “Siamo pronti a intraprendere tutte le azioni possibili per arrivare alla stabilizzazione dei precari della città metropolitana. Non condividiamo il motivo della sospensione e chiediamo con forza che si conclusa l’iter già avviato entro i termini previsti dalla legge, ovvero dicembre 2020. A dare convinzione che la procedura di stabilizzazione può essere conclusa sono le normative nazionali e regionali che l’Ente, prima di attivarsi, ha approfondito con pareri legali e della Corte dei Conti.

“Chiediamo un intervento alla deputazione nazionale e regionale e al prefetto affinché vengano tutelati i diritti garantiti dalle norme e venga riconosciuto un diritto previsto dalla legge ai 91 lavoratori che da 25 anni vivono una situazione di precarietà”.

De Luca: “La Regione dice cazzate. Sporgerò denuncia”. Intanto il sindaco Cateno De Luca ha bollato le dichiarazioni dell’assessorato regionale come “cazzate”, dichiarandosi pronto a sporgere denuncia nei confronti dei diretti responsabili: “Ho detto alla Regione che ha scritto cazzate e che se non si ravvede subito correggendo quella puttanata di nota li denuncio perché, oltre ad affermare il falso, sono omissivi. Infatti, oltre due anni fa avevamo chiesto se fosse stata necessaria una norma specifica, ma ci è sempre stato detto di no.

“L’unica città metropolitana siciliana che ha le carte in regola è quella di Messina grazie al lavoro di risanamento dei conti che abbiamo fatto in questi due anni e ciò non è consentito perché significherebbe ammettere che il sindaco De Luca ha fatto un buon lavoro, riuscendo a fare anche ciò che altri suoi predecessori non sono stati all’altezza di fare”.