Una “cura” per l’economia stremata dal lockdown. Di Michele Limosani

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Una “cura” per l’economia stremata dal lockdown. Di Michele Limosani

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lunedì 16 Novembre 2020 - 10:39

Un contributo di solidarietà per “curare” la città stremata economicamente a causa dell’epidemia da coronavirus. È questa, in sintesi, la proposta avanzata dall’economista Michele Limosani, professore ordinario presso il dipartimento di Economia dell’Università di Messina, per dare un aiuto sostanziale all’economia messinese, sempre più in sofferenza a causa delle varie restrizioni, sia sulle libertà personali che sulle attività, volte a contenere la diffusione del coronavirus.

La proposta, presentata negli scorsi giorni durante la trasmissione televisiva “Scirocco”, dovrebbe essere applicata qualora l’emergenza sanitaria dovesse richiedere un più severo lockdown e prevede che ogni contribuente partecipi alla cura del tessuto economico cittadino in proporzione ai propri guadagni, versando una piccolissima parte del reddito dichiarato ai fini della aliquota addizionale IRPEF: “Basterebbe a tal fine prevedere un aumento ‘una tantum’ in misura fissa dell’aliquota dell’addizionale comunale all’IRPEF dell’1%, ovviamente con l’esclusione dei percettori dei redditi di tutte quelle attività che rimarranno chiuse durante il lock-down”, spiega Limosani. Stando alle cifre riportate dall’economista, un contributo del genere genererebbe delle entrate superiori ai 10 milioni di euro. Riportiamo qui di seguito la proposta integrale avanzata da Limosani, che potete leggere anche sul suo profilo Facebook.

La proposta. “Ogni contribuente – spiega il professore – potrebbe partecipare alla cura della città e del tessuto economico in proporzione ai propri guadagni, versando una piccolissima parte del reddito dichiarato ai fini della aliquota addizionale IRPEF. Basterebbe a tal fine prevedere un aumento ‘una tantum’ in misura fissa dell’aliquota dell’addizionale comunale all’IRPEF dell’1%, ovviamente con l’esclusione dei percettori dei redditi di tutte quelle attività che rimarranno chiuse durante il lock-down. Per fare un esempio, su un reddito dichiarato imponibile di 30.000 si contribuisce con sole 300 euro. Sembra una cifra piccola, ma se contribuiamo tutti le risorse raccolte potranno avere una consistenza di molto superiore ai 10 milioni di euro”.

Come fare. “Il governo nazionale, su richiesta del Consiglio comunale e del Governo della città, autorizza con apposito atto normativo, un aumento “una tantum” dell’aliquota IRPEF. L’amministrazione comunale individuerebbe i soggetti a cui applicare l’aliquota e potrebbe attivare tutte quelle misure, anche in accordo con il sistema bancario, che consentono l’anticipazione delle somme da riscuotere in futuro, fornendo a tale operazione le opportune garanzie”.

La gestione dei fondi. “L’amministrazione comunale in collaborazione con la Caritas diocesana gestirebbero le risorse da destinare al sostegno delle imprese in stato di difficoltà e le famiglie in stato di povertà e di bisogno che non ricevono sufficiente assistenza da parte dello Stato e degli enti regionali e comunali. (Penso alle mense dei poveri) Su di loro l’onere di rendicontare alla comunità le modalità e le forme di aiuto”.

Non è un contributo volontario. “È un piccolo segno ma credo di grande valore simbolico nella costruzione della “nuova città”; una scelta non lasciata alla libera volontà dei singoli ma decisa dalla “polis” (il Consiglio Comunale); polis che in questo caso assume priorità rispetto ad ogni individuo; senza la città, infatti, non esisterebbero nemmeno le condizioni per l’affermarsi e compiersi della nostra esistenza e della nostra personalità.

“Secondo i dati ufficiali forniti dalla Agenzia delle Entrate sulle dichiarazioni fiscali dei residenti nel nostro Comune il totale dei lavoratori dipendenti (pubblico e privato) e dei pensionati ammonta a circa il 90% del totale dei contribuenti. I redditi dichiarati dai residenti nel comune di Messina nel 2017 (ultimo dato disponibile) ammontano ad un valore medio stimato pari a circa 2.5 miliardi di euro. La gran parte di questi redditi non subisce forti riduzioni a causa del lock down”.

Michele Limosani