Gli imprenditori messinesi reagiscono alla restrizioni dei governanti

Anche gli imprenditori messinesi sono scesi in piazza per protestare contro le restrizioni imposte dal governo. L’iniziativa si è svolta in maniera pacifica, organizzata da un comitato spontaneo guidato da Lino Santoro, Carmelo Picciotto e Santi Daniele Zuccarello. Una manifestazione che ha visto il coinvolgimento di numerosi imprenditori riunitisi a piazza Muninicipio e successivamente in corteo si sono spostati alla prefettura.

“Gli imprenditori sono strozzati – ha detto Santoro – da un governo che si appresta a nuove restrizioni che daranno il colpo di grazia alla già debole economia siciliana. Dobbiamo reagire e fare sentire la nostra voce a chi ci governa a Roma”.

Alla manifestazione ha anche aderito il sindaco Cateno De Luca che ha indossato i panni del “caudillo” arringando la folla contro il governo nazionale e quello regionale. Nel mirino del sindaco di Messina che ha proposto la disobbedienza civile, è finito il governatore di Sicilia, Nello Musumeci, reo di avere emesso un’ordinanza che impone il limite delle 23 per la chiusura di bar e ristoranti. Tutto questo mentre il governo nazionale si accinge a varare un nuovo decreto che sarà firmato dal presidente del Consiglio dei ministri che impone un coprifuoco ancor più restrittivo: chiusura alla 18 degli esercizi e tutti a casa.

Sull’argomento questa mattina è intervenuto lo stesso sindaco Cateno De Luca che ha ribadito il concetto espresso anche ieri.

Spero che la bozza del nuovo DPCM di Conte che prevede ulteriori restrizioni per commercianti, bar e settore della ristorazione, resti tale perche’ se cosi’ fosse, decreterebbe il suicidio economico di tutto la filiera. Bisogna parlare chiaro ed assumersi le responsabilita’ del caso. Almeno, se cosi’ sara’, che quantomeno siano stanziati i tanti celebrati aiuti ai Comuni di cui Stato e Regione si sono riempiti la bocca in questi mesi, con slogan trionfalistici. Solo per MESSINA ci spettano 60 milioni di liquidita’ che Conte e Musumeci non hanno ancora versato. Infieriscono con colpi di sciabola senza pero’ concedere neanche una speranza su cui agganciarci. Cosi’ ho difficolta’ a pianificare l’emergenza, anche rispetto agli aiuti da stanziare. Per tale motivo ho gia’ pianificato una riunione di giunta per oggi alle 18 per mettere in campo delle misure straordinarie e urgenti come Comune di MESSINA. Non possiamo continuare a essere i soggetti che sul territorio rappresentato lo Stato, se il medesimo ci pugnala alle spalle”. Lo riferisce il Sindaco di Messina Cateno De Luca commentando la nuova ordinanza del Presidente della Regione Siciliana e in attesa del nuovo DPCM del Premier Conte. “In favore del proprio tessuto imprenditoriale – continua De Luca- il Comune di Messina si vuole dichiarare parte civile. Ecco quanto riferito ieri al Prefetto. L’omissione di Stato in una situazione del genere non e’ consentita. Alziamo le mani dinanzi al virus che ritorna prepotentemente, ma ognuno deve svolgere il suo ruolo. Tutto quello che io posso mettere in campo lo faro’. Se pero’ posso fare una manovra anche da 5 milioni euro, ma non ho la liquidita’ da mettere in circolazione perche’ chi la doveva trasferire ancora non lo fa, mi annullano ogni tentativo di ristoro per la mia gente. La capacita’ di ripresa di altre regioni e’ diversa – conclude il Sindaco- chi fa i DPCM sopra le nostre teste dovrebbe capirlo. Non pretendiamo di essere assistiti ma chiediamo differenti provvedimenti, calibrati in funzione di quello che e’ la realta’ socio economica di ogni territorio. Pertanto, abbiamo messo in moto la nostra macchina amministrativa per dare un minimo di ristoro a tutti, ma non perche’ voglio essere ringraziato. Se scompare il tessuto della piccola imprenditoria, il prossimo a saltare sara’ il Palazzo Municipale, con il partito del 27 del mese, che pensa che lo stipendio sia sempre dovuto. Ecco perche’ invito anche a una vicendevole solidarieta’, senza la quale il sistema e’ destinato all’implosione. Da parte mia e della mia squadra, sara’ fatto tutto il possibile affinche’ cio’ non accada“.

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