Vertenza Rifotras, Uil: "Licenziamenti causati da De Luca". L'azienda scrive a Lamorgese

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Vertenza Rifotras, Uil: "Licenziamenti causati da De Luca". L'azienda scrive a Lamorgese

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venerdì 23 Ottobre 2020 - 12:24

La Uil di Messina ha lanciato un appello al prefetto di Messina affinché intervenga sulla vertenza Rifotras, azienda fondata nel lontano 1969 che si occupa dello smaltimento dei rifiuti speciali e delle autodemolizioni, che nei giorni scorsi è stata espropriata, per volere dell’Amministrazione comunale, della sua sede storica al fine di consentire la costruzione della nuova via Don Blasco. “Anche nella drammatica vicenda riguardante la Rifotras e i suoi 22 lavoratori, da qualche giorno disperati per l’improvvisa perdita del posto di lavoro, il sindaco De Luca ha evidenziato un cinismo e un odio verso gli sfortunati lavoratori che non ha eguali”, ha affermato il segretario generale della Uil di Messina Ivan Tripodi.

“De Luca causa di 22 licenziamenti”. “La chiusura forzata della Rifotras è una ‘morte’ annunciata e caparbiamente voluta dal sindaco da tempo immemore. – prosegue il sindacalista – Infatti, nel novembre del 2019, alla luce dei silenzi e delle preoccupazioni che avanzavano riguardo le prospettive aziendali, lanciammo pubblicamente l’allarme rispetto alla indispensabile e ineluttabile necessità di realizzare la via Don Blasco, arteria fondamentale e irrinunciabile per la città di Messina, e, contestualmente, per consentire attraverso una delocalizzazione o una minima variante progettuale la sopravvivenza della Rifotras e dei suoi 22 posti di lavoro. Insieme alle maestranze e agli stessi titolari dell’azienda fummo protagonisti di un sit-in presso la Prefettura al termine del quale si tenne un incontro con il viceprefetto finalizzato a trovare una soluzione. Purtroppo, a seguito di quella importante interlocuzione si comprese l’incredibile e ingiusta pervicacia del sindaco De Luca, il quale, senza alcuna remora, non ha inteso aprire neanche un doveroso confronto per salvare ben 22 posti di lavoro. Ebbene, possiamo tragicamente affermare che il sindaco De Luca, in maniera oltremodo provocatoria, è il responsabile di questo nuova macelleria sociale”.

“Ci appelliamo al prefetto”. “Noi non ci arrendiamo e ci appelliamo al prefetto poiché siamo fermamente convinti della necessità di realizzare la via Don Blasco e dell’altrettanto indispensabilità di evitare di mandare nel lastrico ben 22 famiglie messinesi. Nessuno può voltarsi dall’altra parte e, specie in questo drammatico momento legato all’emergenza Covid, non si può assistere silenti a questa triste e drammatica vicenda”, ha concluso Tripodi.

L’azienda scrive alla ministra Lamorgese. Ma la Uil di Messina non è stato l’unico soggetto ad aver lanciato un appello alle istituzioni. Infatti, gli avvocati dell’azienda hanno scritto una lunga lettera aperta, che può essere letta cliccando qui, in cui chiedono ai ministri degli Interni e del Lavoro, rispettivamente Luciana Lamorgese e Nunzia Catalfo, al presidente regionale Nello Musumeci e al prefetto di Messina Maria Carmela Librizzi di intervenire in tutela dei diritti costituzionali dei lavoratori e dell’imprenditore e a garanzia della continuità dell’erogazione di quello che definiscono un servizio pubblico, impedendo così il protrarsi delle condizioni di danno ambientale che ne devirerebbero. Infatti, a detta dei legali, l’Amministrazione comunale avrebbe violato la normativa ambientale e un’autorizzazione della Regione a proseguire con le attività lavorative.