Bilanci falsati: "I politici vanno assolti, tecnici da condannare"

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Bilanci falsati: "I politici vanno assolti, tecnici da condannare"

redme |
lunedì 05 Ottobre 2020 - 22:35

I politici vanno assolti, i tecnici – dirigenti e revisori dei conti – vanno condannati, se pur ad una pena più bassa rispetto alla sentenza di primo grado, viste le prescrizioni.

Dopo quasi un’ora di requisitoria, sono queste le conclusioni del Pg Adriana Costabile al processo d’Appello per i bilanci del comune di Messina tra il 2009 e il 2012, allora era sindaco Giuseppe Buzzanca, secondo la Procura falsati per rientrare nei parametri del patto di stabilità e non evitare il dissesto. Richieste che sembrano invertire la rotta rispetto a quanto inizialmente contestato dalla magistratura messinese.

In primo grado, ad eccezione di sei assoluzioni per prescrizione dei reati, la Prima sezione del Tribunale aveva condannato tutti.

In secondo grado, l’accusa ha chiesto ai giudici di tenere conto di un distinguo fondamentale. Secondo il Procuratore generale i cosiddetti tecnici, che hanno preparato relazioni e pareri per il primo cittadino e la sua Giunta, avevano il know how necessario per valutare i conti, quindi loro non possono essere assolti, al massimo vanno riconosciute le prescrizioni nel frattempo maturate. Sì agli “sconti di pena”, quindi, ma la conferma della condanna per falso. Lo stesso non può dirsi per i politici che hanno approvato il bilancio.

Assoluzione perché il fatto non costituisce reato per l’ex sindaco Buzzanca e gli ex assessori Carmelo Capone, Dario Caroniti, Orazio Miloro, Giuseppe Puglisi,  Roberto Sparso, Salvatore Magazzù, Franco Mondello, Elvira Amata, Giuseppe Corvaja, Giuseppe Isgrò, Carmelo Santalco e Giorgio Muscolino.

Condanna da confermare – un anno e un mese –  per i revisori dei conti Giovanni Di Leo, Carmelo Giardina, Giancarlo Panzera e Dario Zaccone.

Conferma della responsabilità per le accuse con pena diminuita ad un anno e un mese – e sospensione della pena –  per i dirigenti Franco Aiello, Antonio Amato, Attilio Camaioni, il ragioniere generale Ferdinando Coglitore, Domenico Maesano, Vincenzo Schiera.