Galluzzo: "Il no al Ponte scelta scellerata. Il governo guarda solo al Nord"

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Galluzzo: "Il no al Ponte scelta scellerata. Il governo guarda solo al Nord"

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giovedì 01 Ottobre 2020 - 11:46

Slitta nuovamente a data da destinarsi la realizzazione del Ponte sullo Stretto, opera per la quale sono stati spesi fiumi di parole nel corso degli ultimi decenni. Parole appunto, solo parole e tali rimarranno, almeno per un altro po’. Il dibattito sulla costruzione del Ponte era stato recentemente riaperto a seguito della destinazione a favore dell’Italia di ben 209 miliardi di euro nell’ambito del Recovery Fund, un fondo europeo da ripartire tra i paesi dell’Unione Europea per risollevare le economie stremate dall’epidemia da coronavirus. Un evento più unico che raro: “se non ora quando?” era diventato il motto del movimento d’opinione, sorto tra le due sponde dello Stretto, che per questo motivo sollecitava le istituzioni italiane a realizzare la tanto discussa opera con i suddetti fondi. Eppure di recente è arrivata una secchiata d’acqua gelata per chi sperava nella realizzazione del Ponte: il ministro delle Infrastrutture Paola De Micheli ha infatti reso noto, per un suo tramite, che il Ponte sullo Stretto non rientrerà tra le opere da finanziare con il Recovery Fund.

Ovviamente di lì a poco si è alzato un polverone di polemiche. Emblematica la posizione del deputato regionale Pino Galluzzo, presidente dell’intergruppo Ars Continuità Territoriale, Ponte e Infrastrutture, che ha accusato il governo nazionale di guardare soltanto al Nord: “Il no della Commissione Trasporti al Ponte sullo Stretto non è soltanto una scelta scellerata ma anche l’ennesima prova, se mai ne avessimo avuto bisogno, che il governo giallorosso continua a guardare solo al Nord.
“Escludere il Ponte sullo Stretto tra i progetti da finanziare con il Recovery Fund – ha aggiunto Galluzzo – è una scelta ideologica che pone la Sicilia fuori dalla modernità e dal progresso. Pd e M5S dopo mesi di teatrino hanno gettato la maschera, ma a pagare le conseguenze di questa scelta saranno i siciliani, che resteranno fuori dai circuiti di sviluppo che le risorse Europee innescheranno in tutto il Paese”.