Riprende la scuola, ma non (ovunque) sui banchi

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Riprende la scuola, ma non (ovunque) sui banchi

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mercoledì 16 Settembre 2020 - 11:20

Il nuovo anno scolastico è iniziato col piede sbagliato. In questi giorni si è parlato del fatto che in varie scuole è ripresa l’attività didattica senza banchi. Infatti, al fine di garantire il distanziamento sociale anche tra gli alunni, si è deciso di dotare le scuole di banchi monoposto, che però ad oggi tardano ad arrivare nelle aule, con la conseguenza che in alcune scuole dove sono riprese le lezioni gli studenti si ritrovano ad arrangiarsi alla meglio, prendendo appunti sulle sedie o sulle gambe. Messina non fa eccezione. Infatti, il consigliere della V Circoscrizione Franco Laimo afferma di essere stato contattato da diversi genitori i cui figli da lunedì scorso hanno inaugurato l’anno scolastico 2020/2021, e che purtroppo si vedono a dover scrivere e leggere sulle proprie gambe per la scelta dell’assenza dei banchi nelle aule.
“La scelta di alcuni dirigenti scolastici di togliere tutti i piani di appoggio in attesa che arrivino quelli nuovi, non considera assolutamente gli aspetti ergonomici e posturali, ed anche educativi, per un buon apprendimento e sviluppo psico motorio del discente. – dichiara Laimo – Il pensare di far scrivere i discenti chinati su se stessi sulle proprie ginocchia senza un piano d’appoggio può portare ad uno sviluppo disomogeneo della muscolatura e provocare non soltanto dolore e fastidio, ma anche determinare una minore flessibilità e l’atteggiamento di dorso curvo.
“Nel caso del grafismo, della scrittura, l’ergonomia si occupa specificatamente di aspetti che appartengono all’ambiente fisico, aspetti che riguardano la postura del soggetto in relazione alla didattica ed all’apprendimento in genere. Il banco scolastico viene chiamato il ‘posto di lavoro’ la base sulla quale operare. Deve conservare lo scopo di consentire una postura fisiologicamente e igienicamente corretta, sia in soggetti normodotati che in soggetti con difficoltà letto scrittura, come per esempio la disgrafia o problematiche relative all’attività fino-motoria e oculo-manuale. La scrittura diventa l’unica traccia visibile di un movimento, attraverso la quale il piccolo discente si presenta.
“Questa mera scelta didattica a livello logistico di eliminare totalmente un piano d’appoggio, dunque un banco, e preferire che i discenti scrivano chinati su se stessi, sulle proprie ginocchia, dunque è altamente rischiosa e antipedagogica. L’apprendimento si lega alla automatizzazione di movimenti rapidi della mano precisi ed efficienti che permettono la fruibilità delle funzioni motorie esecutrici a supporto della scrittura come ausilio alla memoria ed allo studio in generale, un perfetto mezzo di comunicazione ma che senza il suo piano d’appoggio non può certamente esistere.
“E nei soggetti con DSA con disturbi grafici? L’automatismo di base che è già compromesso, andrà certamente a degenerare senza l’ausilio del piano d’appoggio. Non comprendiamo come sia possibile l’utilizzo di una scelta diseducativa e così anomala, la scelta di eliminare totalmente il piano d’appoggio, priva di buon senso, discernimento, equilibrio e ragione. Un criterio che non sposa affatto anni di studi pedagogici che hanno lottato per migliorare l’istruzione in generale. Con questi presupposti era meglio attendere qualche settimana in più prima delle riaperture le cancelli di scuola predisponendo le dovute misure adeguate all’intera organizzazione all’interno delle classi”.