"Nessuna impronta sul parabrezza, ma Gioele non era nel seggiolino"

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"Nessuna impronta sul parabrezza, ma Gioele non era nel seggiolino"

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martedì 15 Settembre 2020 - 15:28
Esami scientifici questa mattina sull’auto di Viviana Parisi, la dj trovata morta insieme al figlio, in due distinti momenti, nelle campagne di Caronia lo scorso agosto.
“Sul parabrezza, a seguito di accertamenti eseguiti col Luminol, non sono state trovate impronte di Gioele. Il nostro consulente, il biologo forense Salvatore Spitaleri, del Centro investigazioni scientifiche, presente nell’autorimessa di Brolo dichiara che non sono state trovate impronte digitali del bambino”, ha spiegato l’avvocato Antonio Cozza, difensore insieme al legale Nicodemo Gentile di Luigino Parisi, padre di Viviana Parisi.
“Spitaleri che è biologo forense con esperienza venticinquennale al Ris Carabinieri di Messina – spiega l’avvocato Cozza – ha effettuato sulla vettura accertamenti per rilevare impronte digitali, di sudore o di sebo e non sono state rilevate impronte cosiddette papillari. Per impronta si intende un’alterazione o modificazione dello stato, mediante segno lasciato dai polpastrelli, su una superficie, in questo caso il parabrezza”.
“Le impronte papillari – ribadisce il legale Cozza – utili all’identificazione di una persona, nel nostro caso del bambino, sono classificabili in tre categorie: le impronte digitali, palmari e plantari e dai rilievi effettuati dal nostro esperto Spitaleri, non sono impronte di Gioele. Ci sono altri tipi di impronte che dovranno essere analizzate ed attribuite”.“Secondo i primi riscontri – proseguono i periti – il seggiolino dove viaggiava Gioele era slacciato e non attaccato all’auto. Ora andremo nella galleria Pizzo Turda sulla A20 Messina Palermo nei pressi di Caronia per ricostruire meglio la dinamica dell’incidente”. Secondo i consulenti “il seggiolino non era utilizzabile, quindi Gioele non era lì, era seduto da un’ altra parte nell’auto”.
In ogni caso “dagli esami non possiamo ancora escludere che il piccolo Gioele sia morto per un colpo avvenuto durante l’incidente che gli avrebbe potuto causare una emorragia cerebrale e lo avrebbe fatto morire dopo nelle campagne di Caronia. È emerso anche che la galleria non era completamente illuminata, un aspetto increscioso. Aspettiamo ulteriori esami sul gps del furgone degli operai per capire a che velocità andavano loro e l’auto di Viviana e se siano stati loro a essere andati a sbattere contro l’auto, cambiando corsia”.
Il procuratore di Patti Angelo Cavallo invita alla cautela: “Aspettiamo l’esito delle consulenze, mi sembra quanto meno azzardato trarre conclusioni da eventuali dichiarazioni di consulenti che hanno appena iniziato il loro lavoro. Non escludo niente, ancora tutte le ipotesi sono aperte”.