Recovery fund e infrastrutture, la lettera aperta su come rilanciare il Mezzogiorno

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Recovery fund e infrastrutture, la lettera aperta su come rilanciare il Mezzogiorno

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venerdì 31 Luglio 2020 - 11:47

Questa mattina un movimento trasversale che tocca le due sponde dello Stretto è sceso in piazza per manifestare. L’obiettivo dichiarato è quello di sollecitare le massime cariche nazionali e regionali a cogliere le opportunità che si sono venute a creare a seguito dell’emergenza coronavirus. Infatti, è vero sì che la crisi sanitaria ha dato luogo a un’altrettanta crisi sotto il profilo economico, ma è anche vero che a livello europeo è stata data una risposta forte e unitaria al riguardo. Lo strumento più importante che verrà utilizzato per risollevare le economie europee sarà il Recovery fund, il fondo europeo per gli aiuti post-coronavirus, che prevede lo stanziamento per i paesi europei di 750 miliardi di euro sotto forma di prestiti e finanziamenti a fondo perduto.

In particolare, stamani il movimento ha realizzato un flash mob a piazza Unione Europea, al fine di chiedere l’uso del Recovery fund, ma non solo, per realizzare opere strategiche per il rilancio del Sud, quale il Ponte sullo Stretto. Al termine della manifestazione verrà consegnato in Prefettura una lettera indirizzata al presidente della Repubblica, al presidente del Consiglio e ai presidenti delle Regioni. Riportiamo qui di seguito le conclusioni del contenuto della lettera, che può essere letto per intero cliccando qui:

“Chiediamo quindi al Governo di attuare le principali strategie di sviluppo già condivise con l’Unione Europea.  […] Chiediamo quindi che, per scongiurare l’ennesima sperequazione degli ultimi decenni a favore del Nord Italia, sia garantita al Meridione la quota del 40% (83,6 miliardi di euro) delle risorse europee già definite (209 miliardi di euro del Recovery fund) e, anche, la quota parte dei 37 miliardi di euro di fondi vincolati ad interventi sulla sanità (Mes) nel caso, da noi auspicato visti i ritardi e le carenze strutturali ed infrastrutturali del sistema sanitario del Meridione, in cui il governo decidesse di attivarli. L’obiettivo è la realizzazione più spedita di quelle opere che possano rendere l’intero Paese competitivo e più efficiente. Per farlo è necessario ridurre l’ormai insostenibile divario di dotazione infrastrutturale e di servizi che incide pesantemente sulla qualità della vita, sulla capacità produttiva e occupazionale e sulla reale garanzia dei diritti politici e sociali della popolazione del Meridione. Infrastrutture e servizi che non sono in alternativa agli altri investimenti sulla green economy, sull’innovazione, sulla ricerca, sulla rigenerazione urbana, sull’inclusione e coesione sociale. Le infrastrutture di connessione tra i territori dell’Unione Europea sono infatti fondamentali per lo sviluppo dei territori, sono strutture invarianti a qualsiasi ipotesi di sviluppo. Infrastrutture materiali ed immateriali, dunque, che costituiscono la rete sulla quale viaggiano le merci, le persone, le idee e la rivoluzione tecnologica. E sono indispensabili per consentire al Meridione di mettersi in gioco senza ricorre più a forme di assistenzialismo. Chiediamo, quindi, ai destinatari della presente lettera aperta di fissare un incontro ufficiale per poter discutere delle questioni esposte con una delegazione di rappresentanti del nostro movimento, spontaneo e trasversale, che continua ad avere sostegno ed adesioni da tutti i settori della società”.

De Luca: “Sempre stato favorevole al Ponte”. Intanto il sindaco Cateno De Luca dà il proprio endorsement alla realizzazione del Ponte sullo Stretto, affermando di essere sempre stato favorevole al riguardo: “Sono sempre stato favorevole per la realizzazione di questa grandiosa opera che giudico l’infrastruttura principale che a traino costringe il sistema politico a realizzare per connessione tutte le altre. – scrive De Luca in un post su Facebook – Nel frattempo da sindaco di Messina cerco di restituire dignità e vivibilità alla mia città realizzando quei servizi ed infrastrutture che la città merita ed aspetta da decenni”.

Paolo Mustica