Cancellato il Durc, l'allarme dei sindacati: "Si favorisce il lavoro nero"

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Cancellato il Durc, l'allarme dei sindacati: "Si favorisce il lavoro nero"

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venerdì 03 Luglio 2020 - 19:53

Cancellato in Commissione Bilancio l’articolo 81 del Decreto Rilancio, che prevedeva la proroga del Durc, il Documento unico di regolarità contributiva, l’attestazione della regolarità contributiva necessaria per l’inizio dei lavori di un cantiere edile. Al riguardo le tre principali sigle sindacali di Messina, Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil, hanno lanciato l’allarme di un aumento del lavoro nero, a scapito degli imprenditori onesti.
“Con la cancellazione del comma 1 dell’articolo 81 si legittima il lavoro nero nei cantieri edili. – dichiarano i segretari provinciali di Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil, Pasquale De Vardo, Giuseppe Famiano e Mario Mancini – Quella parte dell’articolo serviva a garantire diritti e tutele a vantaggio di lavoratori ed aziende che chiedono di poter lavorare al riparo da raggiri, minacce e ricatti. Una decisione, stavolta, dovuta alla esplicita volontà dei rappresentanti dei 5 Stelle, componenti della commissione. Quindi, una scelta politica”.
“Con questa modifica – sottolineano i rappresentanti sindacali – un’impresa edile risulterà regolare fino alla fine dell’anno, anche senza pagare contributi Inps, Inail e gli accantonamenti Cassa Edile dovuti ai lavoratori, quasi a volere legittimare il lavoro nero nei cantieri. Si determinano, inoltre, disparità di condizione per la partecipazione alle gare pubbliche che stanno per essere avviate in maniera massiccia a cui potrebbero partecipare, indistintamente, le imprese regolari, ossia che hanno versato contributi ed oneri regolarmente, che quelle irregolari. Chi ha scientemente fatto saltare la norma abbia almeno il pudore di non andare in pubblico a parlare di diritti, legalità e lotta all’evasione”.
“Si tratta di un ‘via libera’ alle illegalità, a svantaggio di chi ha lavorato e fatto impresa in maniera pulita ed onesta. Un regalo a chi opera fuori dalle regole e spesso contro le regole stesse. Soprattutto nella provincia di Messina – continuano De Vardo, Famiano e Mancini – ciò comporterebbe un incremento esponenziale del lavoro irregolare che, già, incide in maniera pesante nel comparto edile della nostra realtà che ha visto negli ultimi anni un incremento del lavoro nero che ha interessato ben oltre il 70% dei lavoratori”.
“Siamo pronti a lottare per evitare questa decisione possa favorire il malaffare né, tantomeno, che a pagarne le conseguenze siano sempre i lavoratori. Chiediamo quindi a tutti i deputati messinesi e al Prefetto, di attivarsi per ripristinare l’articolo di legge nel Decreto Rilancio, allo scopo di tutelare tutti i lavoratori e tutte le imprese sane che sono da sempre il vero tessuto socio-economico della provincia messinese. In caso contrario, faremo sentire la nostra protesta tramite la mobilitazione di piazza e nelle sedi più opportune”.