Operaio morto in un cantiere, Uil: "Si faccia chiarezza"

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Operaio morto in un cantiere, Uil: "Si faccia chiarezza"

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giovedì 28 Maggio 2020 - 09:39

La sezione messinese della Uil interviene su quello che parrebbe essere l’ennesimo incidente sul lavoro nel quale ha perso la vita un operaio. Stiamo parlando del 62enne Vito Cambria, che è stato trovato morto in un cantiere edile di Venetico, dopo essere verosimilmente caduto da un ponteggio. “Ancora una volta il mondo del lavoro è costretto a piangere una nuova vittima innocente. È di queste ore la tragica notizia della morte dell’operaio di 62 anni Vito Cambria, caduto sul lavoro mentre si trovava su un’impalcatura nei pressi di un cantiere edile nel comune di Venetico. Nell’esprimere assoluta vicinanza e le più sentite condoglianze alla famiglia dello sfortunato lavoratore, chiediamo che sia fatta rapidamente chiarezza rispetto alle misteriose dinamiche dell’incidente e, contestualmente, in merito al livello di applicazione delle norme di sicurezza nel cantiere in questione”, hanno dichiarato Ivan Tripodi, segretario generale della Uil Messina, e Pasquale De Vardo, segretario generale della Feneal Uil Tirrenica Messina-Palermo.

Operaio trovato morto in un cantiere edile


“Purtroppo, nonostante i tanti reiterati solenni impegni istituzionali, dobbiamo amaramente registrare che la mattanza dei lavoratori non si arresta. È inaccettabile dover assistere a questa strage che ciclicamente miete nuove vittime. La morte di Vito Cambria pone anche la riflessione riguardo al fatto che è inammissibile che un ultrasessantenne debba faticare su un’impalcatura a diversi metri di altezza. Le chiacchiere e le parole di circostanza non bastano più. È venuto il momento dei fatti. In tal senso, si deve garantire il pieno rispetto delle leggi e delle norme in materia di prevenzione sicurezza sui luoghi di lavoro, troppo spesso disattese, poiché siamo stanchi di piangere la morte di innocenti ed incolpevoli lavoratori che hanno il solo torto di provare a guadagnarsi la giornata per tirare avanti le rispettive famiglie”, hanno concluso Tripodi e De Vardo.