Fase 2, perché potrebbe cambiare l'esperienza al cinema

Paolo Mustica

Fase 2, perché potrebbe cambiare l'esperienza al cinema

mercoledì 27 Maggio 2020 - 08:00

È passato quasi un mese da quando è iniziata la cosiddetta Fase 2, la fase di convivenza con il Coronavirus. Di lì in avanti si è registrata una graduale riapertura delle attività, che dovrebbe concludersi il prossimo 15 giugno. Per quella data è prevista la riapertura, tra le altre cose, dei cinema, che sarà però dettata dal rigido rispetto delle ormai note regole igienico-sanitarie per contenere il diffondersi del Covid, prima tra tutte quella del distanziamento sociale.

Il distanziamento sociale rischia di stravolgere la fruizione dei film in sala da parte del pubblico, con delle potenziali ripercussioni economiche negative per i gestori dei cinema. Rischia perché il tutto dipenderà da come dovrà essere applicata questa regola. Un conto è dire che il rispetto del metro di distanza sarà obbligatorio soltanto tra le persone appartenenti a gruppi differenti, un altro conto è dire che il rispetto di questa regola sarà obbligatorio anche tra le persone facenti parte dello stesso gruppo, quali la coppia di fidanzati e la comitiva di amici.

Con quest’ultima opzione, che sembrerebbe essere quella prediletta dal governo italiano (solo conviventi e familiari non dovranno rispettare il distanziamento sociale), verrebbe meno la funzione socializzante del cinema, intesa come l’occasione per le persone appartenenti al medesimo gruppo di condividere l’esperienza della visione di un film al cinema. La fruizione di un film sul grande schermo non è in genere un’esperienza individuale, ma è un qualcosa che si fa in compagnia di quelle persone con le quali si vuole condividere quel momento. Lo spettatore di solito non va al cinema solo per vedere un film, ma si reca nella sala cinematografica anche, e in alcuni casi soprattutto, per stare in compagnia con qualcuno. Insomma, il più delle volte quello della fruizione di un film sul grande schermo è un atto corale e non individuale.

È pertanto evidente che l’obbligo di dover rispettare il metro di distanza in sala anche tra fidanzati e amici potrebbe spingere molte persone a non recarsi ai cinema. Al riguardo Tomaso Quilleri, vicepresidente dell’Associazione nazionale esercenti cinema, ha dichiarato a “La Stampa” che i protocolli imposti dall’esecutivo italiano ai gestori dei cinema sono “inaccettabili, [in quanto] il distanziamento interpersonale di un metro [penalizza fortemente chi gestisce le sale cinematografiche]. […] Soprattutto in provincia, – ha aggiunto Quilleri – la fruizione del cinema è legata ai giovani […] e penso che ci sia la voglia di uscire e stare insieme in sicurezza. […] Il cinema, che pure vende evasione, è comunità”.

Del resto il fatto che il cinema rivesta una funzione socializzante lo abbiamo appreso anche con “Nuovo Cinema Paradiso”, film del 1988 scritto e diretto da Giuseppe Tornatore e vincitore, tra le altre cose, dell’Oscar come miglior film straniero. Senza entrare nel dettaglio della trama, le vicende dei personaggi narrate nel film ruotano attorno al cinema di un piccolo paese siciliano, che rappresenta per un lungo tempo l’unica fonte di divertimento per la comunità locale. In una recensione pubblicata su “Movieplayer” in occasione dei 30 anni della pubblicazione del film, si può leggere che nella pellicola “la gente ha bisogno di sentirsi unita, necessita di ripartire da qualcosa che la faccia sentire di nuovo parte di un tutto. In questo senso Tornatore è abilissimo a fare del cinema uno strumento sociale, un luogo dal potere aggregante enorme, capace di forgiare film dopo film l’identità collettiva di un popolo intero”.

Ed è forse per preservare anche la funzione socializzante del cinema che esercenti e distributori si sono accordati per dar luogo, anche a Messina, all’iniziativa “Io resto in sala”, che ha preso avvio a partire da ieri, martedì 26 maggio, e che probabilmente rimarrà attiva anche dopo la riapertura dei cinema. In breve, l’idea dell’iniziativa è quella di “proiettare” sugli schermi dei dispositivi connessi ad Internet, dietro il pagamento di un ticket e secondo gli orari di programmazione prefissati (pertanto non si tratterà di un servizio on demand), gli spettacoli cinematografici, dando così luogo a un cinema virtuale, ma non solo. Si tratta altresì di un cinema partecipato, in quanto nella sala virtuale non sarà soltanto possibile vedere il film, ma anche conversare e commentare il film con gli altri spettatori ricorrendo a un’apposita chat.