Fase due, lettera di un contadino visionario

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Fase due, lettera di un contadino visionario

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giovedì 14 Maggio 2020 - 11:11

Riportiamo qui di seguito una riflessione di Angelo Villari, autodefinitosi “contadino visionario”, relativamente a come possa essere ridisegnata la nostra società durante e dopo il coronavirus.

“Cambiare stile di vita, mettere in discussione le proprie abitudini, a volte è complesso e non è una pratica che appartiene a molti. Ma il lockdown ci ha imposto il cambiamento e penso che sia fondamentale saper cogliere positivamente i risvolti.

“La ‘quarantena moderna’ ha sicuramente ridisegnato due concetti: lo spazio e il tempo.  Ci siamo sempre rifugiati negli spazi al chiuso credendoli più sicuri e i più adatti alle nostre attività. Ma la ‘Fase 1’ li ha resi limitanti e poco vivibili: non è stato più possibile andare in ufficio, a scuola, all’università, in fabbrica, in palestra, al cinema, a teatro… STOP! Un Paese bloccato. Un Paese impreparato, e probabilmente poco flessibile, ad affrontare una crisi, ad affrontare la novità. E poi ‘il tempo’. Rimanere a casa ci ha forse insegnato che è più semplice dire ‘non ho tempo’ e ‘non fare’, piuttosto che organizzare al meglio la propria giornata e quella dei nostri figli. L’esperienza dello smart working ci ha insegnato come la gestione del tempo e la metodologia del lavoro per obiettivi, è possibile.

“Allora non perdiamo questa grande opportunità, non usciamo da casa per tornare a ‘come eravamo prima’: abbiamo conosciuto un modo diverso di vivere, che ci dona possibilità inaspettate.

“Il tema dell’educazione all’aperto è da affrontare adesso con grande determinazione per diffondere una visione diversa della didattica, per tutte le età. Se avessimo avuto asili e scuole all’aperto, forse avremmo potuto continuare a tenere le lezioni.  Le crisi si superano con l’innovazione e con lo sviluppo che realmente creano un’alternativa per il futuro. Vedere gli spazi all’aperto come aule può essere un nuovo percorso per il mondo dell’educazione del nostro Paese, post pandemia.  Di scuole all’aperto si parla ormai da tanto, in tutta Europa.  In Italia sono già partiti i primi progetti innovatori. A Messina una fattoria didattica si fa promotrice di educazione all’aperto da tre anni, genitori consapevoli credono in un modello educativo alternativo e costruiscono, passo dopo passo, un progetto bellissimo, replicabili anche nel settore pubblico. Immaginate parchi, giardini, ville comunali diventare sedi di ‘scuole all’aperto’. Un’amministrazione visionaria che in un rapporto costi/benefici gestisce al meglio lo spazio e gli obiettivi di: riqualificazione urbana, tutela ambientale e servizi per la famiglia.

“La natura è stata il nostro passato, è il nostro presente (agricoltura) e sarà anche il nostro futuro. Una ‘gestione’ innovativa degli spazi all’aperto ci permetterà di costruire società migliori”.