Fase 2, a Messina riapre il 20% dei cantieri. Feneal Uil: "Serve piano di investimenti"

Da oggi inizia la cosiddetta Fase 2, vale a dire la fase di convivenza con il coronavirus. Ciò significa che molte delle attività rimaste chiuse sino a ieri potranno tornare nuovamente operative, seppur a certe condizioni (prima tra tutte quella dell’obbligo di garantire il rispetto del distanziamento sociale). Relativamente al settore edile di Messina, il segretario generale della Feneal Uil Messina-Palermo Pasquale De Vardo stima che torneranno operativi soltanto il 20% dei cantieri: “In Italia si stima la riapertura del 30% dei cantieri pubblici e privati, mentre a Messina poco più del 20% dei cantieri riaprirà i battenti. – spiega De Vardo – Sarà tassativo venire fuori da questa crisi, ma serve un piano straordinario di investimenti”.

Il sindacalista ha criticato poi il sindaco Cateno De Luca, in quanto ritiene che sinora sia stato più attento al tornaconto politico che allo sviluppo economico della città: “Ma oltre guanti e mascherine va usato il buon senso. L’intera provincia di Messina sta affrontando questa pandemia dimostrando ancora una volta grande compostezza ed enorme senso di responsabilità, doti purtroppo fino adesso raramente impiegate dal sindaco De Luca, in cerca di un consenso mediatico spasmodico fine a se stesso e vuoto di una responsabile visione programmatica. Il sindaco De Luca continua a giocare una partita tutta sua che prescinde dall’interesse comune, strumentalizzando fatti e persone quando invece servirebbe solo fare sintesi e squadra. Bisogna sbloccare subito quelle opere già finanziate e appaltate, come gli approdi di Tremestieri. Non è più tempo di giochi politici, di annunci e beatificazioni personali: De Luca spieghi alla collettività perché l’opera, fondamentale per lo sviluppo infrastrutturale economico messinese, è ferma da oltre due anni e non è mai realmente partita a prescindere dalla pandemia.

“In quasi due anni il sindaco De Luca ha annunciato settimanalmente il recupero di ingenti somme recuperate nei vari ‘cassetti nascosti’ di Regione, Città Metropolitana e Comune, per un totale di oltre 900 milioni di euro. Gli ultimi risalgono alla legge di stabilità Regionale 2018, che dovrebbero garantire circa 99 milioni per Messina. Cifre significative e che sarebbero ossigeno puro per il nostro territorio, ma non vorremmo che, come accaduto in questi due anni, continuassero a restare cifre utili solo a fini propagandistici. Dimostrazione ne sono state le risorse del Masterplan e dei patti per il Sud, mai spese e che andranno definitivamente perse i primi mesi del 2021. Se queste risorse esistono concretamente, chiediamo allora di spendere bene e presto, facendo opera di semplificazione sulla progettazione che faciliti e snellisca i vari passaggi tra studio di fattibilità, progetto definitivo e progetto esecutivo. Il 4 maggio diventi un’occasione per il vero rilancio di Messina, un rilancio infrastrutturale, economico e sociale, che può e deve passare dal settore delle costruzioni, come è avvenuto e continua ad avvenire nelle regioni più industrializzate del Nord. Si mettano da parte ideologie e ambizioni personali e si pensi a progettare la Messina che verrà”.

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