La picchiano per il suo stile di vita occidentale: arrestati madre e fratello

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La picchiano per il suo stile di vita occidentale: arrestati madre e fratello

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martedì 28 Aprile 2020 - 11:25

Negli ultimi mesi una donna sarebbe stata aggredita ripetutamente dai suoi familiari, la madre e il fratello di lei, in quanto la vittima si sarebbe resa “responsabile” di aver adottato uno stile di vita troppo vicino a quello occidentale. La famiglia coinvolta è infatti una famiglia di extracomunitari, i cui componenti sono molto legati alle loro usanze culturali-religiose (sono di religione islamica) e, pertanto, non accettavano che uno dei membri non volesse uniformarsi allo stile di vita del paese di origine.

Ieri il personale del Commissariato di Sant’Agata Militello ha eseguito pertanto la misura cautelare dell’allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento alla persona offesa, emessa dal gip del Tribunale di Patti, su richiesta del procuratore della Repubblica di Patti Angelo Cavallo e del sostituto procuratore Federica Urban, nei confronti dei due extracomunitari, in quanto ritenuti responsabili dei reati di maltrattamenti in famiglia aggravati, lesioni e violenza privata in concorso.

L’indagine. L’indagine è stata avviata a seguito di una richiesta di intervento ricevuta da Commissariato di Sant’Agata Militello nello scorso mese di novembre, con la quale era stata segnalata una violenza domestica ai danni di una donna, giunta al pronto soccorso con numerosi lividi sul corpo.

Alle domande poste dall’equipaggio della Volante, i familiari della donna hanno risposto che si era fatta male da sola e che il motivo del ricovero era analogo ad uno precedente, accaduto mesi prima, anche quello dovuto esclusivamente ai problemi personali della ragazza, come attestato da specifica documentazione medica. In realtà, entrambi gli episodi erano dipesi, come dichiarato dalla parte offesa, dal fatto che i suoi parenti le rimproveravano di avere uno stile di vita troppo vicino a quello occidentale, di non voler indossare il velo islamico e di avere la gravissima colpa di non voler sposare un uomo, sconosciuto, del suo paese di origine.

Come dimostrato dalle indagini svolte dagli uomini del Commissariato, con acquisizione documentale, prelievo di testi, pedinamenti e intercettazioni, la resistenza della donna era diventata motivo di aggressioni verbali e fisiche. Ai suoi rifiuti, sarebbero seguite le aggressioni dei familiari, destinatari dalla misura cautelare. Le intercettazioni, telefoniche ed ambientali, hanno confermato le ripetute aggressioni, sia verbali che fisiche. Inoltre, le sarebbe stato impedito di uscire da sola e le sarebbero state sottratte le chiavi di casa, per cui, in assenza dei familiari, la vittima sarebbe restata in casa con la porta chiusa a chiave.

Tutto avrebbe avuto origine dai ripetuti rifiuti della persona offesa di sposare un estraneo e, nell’ultimo episodio di novembre, alla sua reazione alterata, il fratello oltre a tirarle i capelli, l’avrebbe colpita con una scopa e la madre le avrebbe legato le mani con delle corde. La ragazza, agli occhi dei parenti, era una disgrazia per l’intera famiglia, perché non rispettava le usanze.

Il trasferimento nel paese di origine per “guarirla”. Quello che ha determinato la richiesta dei provvedimenti cautelari da parte degli uomini del Commissariato, oltre alle aggressioni, sono state le intenzioni dei familiari della vittima che, stando alle indagini, avevano in programma di portarla nel paese di origine al fine di utilizzare dei metodi che l’avrebbero guarita. Infatti, dalle intercettazioni è emerso che la madre, convinta che la figlia fosse posseduta, con una scusa l’avrebbe portata nel paese d’origine dove un “guaritore” l’avrebbe sottoposta a degli esorcismi per liberarla dal male che la possedeva. In un’altra conversazione captata, un parente della madre, dopo aver suggerito di far bere di nascosto degli intrugli alla figlia, aggiungeva di portare la giovane da un esorcista dai metodi particolarmente violenti che avrebbe risolto il tutto, come era successo ad un’altra ragazza che l’interlocutore conosceva.

I due destinatari delle misure sono stati allontanati dal domicilio, con l’intimazione a non avvicinarsi alla vittima.