Decreto Liquidità, "Le banche non possono compensare i prestiti preesistenti"

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Decreto Liquidità, "Le banche non possono compensare i prestiti preesistenti"

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sabato 25 Aprile 2020 - 15:30

Inizia a essere fatta maggiore chiarezza sulle zone grigie presenti nei decreti legge “Cura Italia” e “Liquidità”, approvati nelle scorse settimane dal governo nazionale per aiutare le famiglie e imprese in crisi a causa dell’emergenza coronavirus. I deputati del Pd alla Camera e all’Ars, rispettivamente Pietro Navarra e Franco De Domenico, hanno reso noto che, grazie anche alle loro richieste di chiarimento fatte in precedenza, l’Associazione bancaria italiana (Abi) ha inviato alle banche una circolare per chiarire alcuni punti dei suddetti decreti, anche per evitare che gli istituti di credito possano usare impropriamente tali misure per ottenere dei vantaggi. È il caso dei prestiti alle pmi fino a 25 mila euro previsti dal “Decreto Liquidità”, che stava spingendo alcune banche a usare tale finanziamento per compensare i prestiti erogati in precedenza ai propri clienti.

“La battaglia che abbiamo portato avanti prima sul cosiddetto Cura Italia e poi sul Decreto Liquidità sta dando i propri frutti, come testimonia una circolare dell’Abi. – dichiarano Navarra e De Domenico – Per primi avevamo denunciato che le banche stavano provando a trasformare la misura dei 25 mila euro (importo massimo del finanziamento garantito dal governo) destinati alle piccole e medie imprese e ai professionisti, in una manovra di Stato a proprio favore. Avevamo raccolto, infatti, diverse segnalazioni di chi, avendo debiti precedenti con l’istituto di credito, si vedeva sottratta parte di quella somma proprio per coprire le precedenti scoperture. In questo modo, piuttosto che alimentare la ripresa economica e aiutare coloro i quali in queste lunghe settimane di lockdown hanno visto le proprie attività andare in grave sofferenza, non si faceva altro che favorire il sistema bancario.

Da sinistra: Franco De Domenico e Pietro Navarra.

“I nostri interventi sono stati recepiti dal collega deputato del Pd Paolo Mancini, il cui intervento in Commissione parlamentare sul sistema bancario, in larga parte basato su nostri documenti fornitigli a supporto, è stato duro e incisivo, denunciando quanto stava accadendo. Il governo ha recepito immediatamente l’allarme e, alla fine, l’Abi ha dovuto prendere atto dei rilievi e chiarire ai propri associati eventuali dubbi con una circolare in cui specifica una serie di punti che precedentemente rappresentavano zone grigie. In primo luogo, scrive l’Abi ai propri associati, ‘tale finanziamento non può essere utilizzato per compensare alcun prestito preesistente, sia nella forma di scoperto di conto sia in altra forma di prestito’. Inoltre, viene evidenziato come il rimborso del finanziamento possa essere richiesto non prima di 24 mesi dall’erogazione.magari

“Siamo orgogliosi di avere contribuito, nella nostra funzione di parlamentari, a sanare quella che si prefigurava come una clamorosa ingiustizia. Non abbassiamo però la guardia su questo fronte. Occorre risolvere, infatti, sia il problema dell’accesso alla moratoria sui finanziamenti in essere sia il problema dei tempi e delle modalità di erogazione, visto che in alcuni casi gli istituti di credito stanno pensando ad istruttorie eccessivamente complesse. Anche su questo fronte continueremo a impegnarci perché nessuno speculi su una misura che deve essere utilizzata esclusivamente come supporto alla ripartenza del sistema delle piccole e medie imprese e non a tutela delle banche”.