Mafia e Covid, le onlus: "Il Comune attivi i mezzi di controllo"

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Mafia e Covid, le onlus: "Il Comune attivi i mezzi di controllo"

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mercoledì 15 Aprile 2020 - 10:42

“I fatti legati al funerale di Rosario Sparacio offrono all’intera comunità messinese, e non soltanto alle organizzazioni impegnate nel contrasto alle mafie, l’occasione per avviare una riflessione su presenza e stereotipi legati al controllo del territorio”. Così le associazioni antimafia Presidio libera a Messina, Comitato Addiopizzo Messina e Arci Messina Aps, usando la vicenda del presunto corteo funebre che sabato scorso avrebbe accompagnato il feretro del fratello dell’ex boss Luigi Sparacio come trampolino di lancio per affrontare un tema di cui si sta parlando poco in questo periodo, vale a dire quello della ricerca del consenso da parte delle mafie durante l’emergenza coronavirus.

“Appare evidente, per i riscontri che arrivano da più parti nel nostro paese, specie dove le mafie sono fortemente radicate, che le emergenze sanitaria e socio-economica non frenano le organizzazioni criminali. Il crescente disagio sociale offre spazi di azione e di rafforzamento del consenso a cui la criminalità organizzata non intende assolutamente rinunciare, specie nel Mezzogiorno e in Sicilia. Appare evidente che le immense disponibilità economiche dei clan offrono loro la possibilità di mettere in campo quello che molti definiscono ‘welfare criminale’.

“Occorre vigilare perché, ad esempio, partendo da una semplice borsa della spesa, il fenomeno dell’usura su individui, famiglie, piccole realtà commerciali, può ulteriormente svilupparsi o radicarsi, determinando un assoggettamento diretto alle mafie di intere porzioni del nostro territorio. Alle persone e alle imprese serve liquidità e le organizzazioni criminali possono certamente concederla, strozzando però pezzi importanti della comunità. Per questo motivo occorre tenere accessi i riflettori, che in tanti hanno puntato sulla vicenda del funerale di Rosario Sparacio: per comprendere come mafie e organizzazioni criminali si sono già riadattate al contesto sociale rapidamente modificato dal coronavirus”.

A questo punto le associazioni antimafia esortano l’Amministrazione comunale messinese ad attivare gli strumenti già previsti a livello locale per contrastare i clan mafiosi radicati sul territorio: “Tutte le componenti della società messinese devono fare la propria parte senza ambiguità o margini di compromissione. In questa logica, ribadiamo con forza la necessità di attivare tutti gli strumenti previsti, e in massima parte inattuati, del ‘Regolamento Comunale sulle Politiche Antimafia’, approvato con una delibera del Consiglio Comunale oltre due anni e mezzo fa, nel novembre del 2017. Uno su tutti, l’Osservatorio Comunale, quell’organo che attraverso la partecipazione dell’Amministrazione attiva, del Consiglio Comunale e delle associazioni, offrirebbe la possibilità di immaginare misure e interventi, dopo un’attenta lettura del fenomeno”.