In questi ultimi giorni la giunta De Luca ha presentato in pompa magna la costituzione del Fondo Emergenza Covid-19 (FEC19), che prevede fondamentalmente lo stanziamento a beneficio del comune di Messina di circa 40 milioni di euro, che come suggerisce il nome stesso del fondo dovranno essere destinati per affrontare l’emergenza coronavirus. Diverse sono le finalità di questo fondo, tra le quali si ricordano l’erogazione di buoni spesa tramite la cosiddetta Messina Family Card e lo stanziamento di contributi per il pagamento degli affitti e delle bollette. Tali aiuti chiaramente saranno destinati in via prioritaria a quei nuclei familiari che ad oggi sono maggiormente in crisi sotto il profilo economico per via dell’attuale emergenza sanitaria.
Tutto bene dunque, ma c’è un grosso ma. Tra i requisiti previsti per accedere ai benefici di aprile vi è quello di non essere in possesso di depositi bancari e postali (termine che include anche i più noti conti correnti e libretti di risparmio postale) che alla data del 30 marzo 2020 non fossero superiori ad una certa somma. Giusto per fare un esempio, una famiglia composta da quattro persone non dovrà avere tra i suoi depositi più di 600 (seicento!) euro. Si tratta chiaramente di un requisito eccessivamente stringente, che rischia di far rimanere a bocca asciutta quasi tutti i potenziali beneficiari (siate sinceri voi che siete interessati ad ottenere tali aiuti: potete effettivamente certificare di avere complessivamente meno di 600 euro tra i vostri conti correnti e libretti di risparmio postale?). Insomma, questa misura ha tanto l’impressione di essere un vero e proprio specchietto per le allodole.
Facendo un banale raffronto con altre misure analoghe emanate in altri enti comunali della città metropolitana di Messina, possiamo citare il caso del comune di Sant’Agata Militello, che metterà a disposizione delle sue famiglie più bisognose dei buoni spesa. In particolare, sono esclusi dal suddetto beneficio, tra le altre cose, quei nuclei familiari titolari di depositi bancari e postali complessivamente superiori a 10 mila euro: un criterio decisamente più tollerante rispetto a quanto previsto a Messina.
Cosa dice esattamente la delibera. A questo punto vale la pena analizzare più nel dettaglio la delibera della giunta De Luca che costituisce il FEC19. La delibera, che potete andare a consultare per esteso cliccando qui, prevede la costituzione del suddetto fondo, dall’importo complessivo di circa 40 milioni di euro, per le seguenti cinque finalità:
Messina Family Card. La delibera spiega altresì che “i buoni spesa Messina Family Card saranno di un importo minimo di 300 euro mensili per [un nucleo familiare di un solo componente] con la maggiorazione di 100 euro mensili per ogni componente del nucleo familiare superiore ad uno, con il tetto massimo di 700 euro mensili”. Dunque l’Amministrazione comunale stanzierà in buoni spesa tra un minimo di 300 euro mensili per le famiglie formate da una sola persona e un massimo di 700 euro al mese per i nuclei familiari composti da cinque o più persone.
La delibera evidenzia che le famiglie beneficiarie di tale misura saranno quelle maggiormente esposte “agli effetti economici derivanti dall’emergenza [coronavirus]” e quelle “in stato di bisogno”, dando comunque priorità a “quei nuclei non già assegnatari di sostegno pubblico (Reddito di cittadinanza, Reddito di inclusione, Naspi, indennità di mobilità, cassa integrazione guadagni” e “altre forme di sostegno previste a livello locale o regionale)”. In particolare, possono essere di tre tipi le famiglie alle quali è possibile erogare gli aiuti in questione:
Più nel dettaglio, i parametri che bisogna rispettare per accedere a tale beneficio sono:
Inoltre, qualora si percepiscano mensilmente sussidi come il Reddito di cittadinanza (vedi sopra), le somme percepite al mese da ciascuna famiglia devono essere inferiori a quelle appena riportate per i depositi.
I requisiti appena descritti per la Messina Family Card si applicano anche per quelle famiglie interessate a beneficiare dei contributi per il pagamento degli affitti e delle bollette.
Tra l’altro, l’entità economica della misura, sia essa in termini di buoni spesa che sotto forma di contributi per pagare gli affitti e le bollette, diminuisce all’aumentare dei depositi bancari e postali e di altri sussidi percepiti mensilmente. Tornando all’esempio della nostra famiglia di quattro persone, alla quale spetterebbero 600 euro se non detenesse alcunché, se questa avesse 300 euro sotto forma di depositi e 100 euro in termini sussidi mensili, allora le verrebbero stanziati soltanto 200 euro. Detto in altre parole, ciascuna famiglia percepisce la differenza tra quanto le sarebbe dovuto in assenza di una qualsiasi forma di ricchezza e la somma dei valori dei depositi detenuti e dei sussidi percepiti mensilmente.