Aborrisco questo clima, De Luca ponga fine al turpiloquio

Esporre alla gogna mediatica un individuo è qualcosa di indegno. Lo è ancor di più se alla base vi è la consapevolezza di colpire il presunto oppositore per scatenare la reazione dei fans.

Ciò che non tollero è il clima che si sta diffondendo in una città, già di per sé “ammorbata” da un odio strisciante. Il sindaco Cateno De Luca, se tiene veramente ai suoi cittadini, cambi repentinamente registro perché il suo turpiloquio sta scatenando (è proprio il caso di dirlo), autentiche guerre, oggi per fortuna dialettiche. Non osiamo immaginare cosa accadrà quando lasceremo le “nostre carceri”, una volta cessata l’insidia del Coronavirus.

Il sindaco è abile a sfruttare Fb (fino a quando la sua pagina non sarà oscurata), e lo fa nella consapevolezza che la sua è una guerra contro l’altro. Non contro il virus, sia chiaro. Oggi a finire sulla sua graticola il consigliere Alessandro Russo, del quale non provo simpatia nemmeno per il cognome che porta, a cui non può che andare la mia solidarietà.

Il consigliere comunale è stato lanciato in pasto alle belve con un prestesto, durante la diretta del sindaco, lasciato in balia dei “leoni da tastiera”, che lo hanno insultato discriminandolo anche sessualmente. Non è tollerabile che in una società civile si possa alimentare odio; è ancor meno tollerabile se l’odio viene inoculato dal sindaco attraverso lo strumento della Rete.

Passi, si fa per dire, l’apologia di Fascismo (fatto grave), di ieri mattina quando minacciava i suoi cittadini di farli ripiombare negli anni del Ventennio, riproponendo la “Tessera per il pane” qualora non avessero ottemperato agli ordini impartiti dal loro sindaco. Fatto censurabile, ma intriso probabilmente di goliardia.

Qui si sta superando il limite del consentito. Oggi Alessandro Russo, domani un altro e post domani, magari toccherà a me. Inaccettabili i “vaffa” rivolti al ministro Lamorgese e alla Ue (benché siano condivisibili le motivazioni), ma ci sono modi e modi per rivendicare le medesime cose. A meno che il fine non sia quello di fare audience. Il sospetto sorge spontaneo. Quanto alle frequenti presenze televisive, c’è da dire che il sindaco ha deciso, evidentemente, di rivolgere il suo amministrare urlato al “Carpe diem”.

Gli studi sociologici mi suggeriscono a tal proposito la “Prospettiva drammaturgia” di Erving Goffman.

La vita quotidiana intesa come una rappresentazione teatrale in cui gli individui interpretano un ruolo. Ecco, De Luca agli occhi di alcuni appare come un attore che recita la sua parte. E se da un lato ci siamo lasciati trasportare dalla trama farsesca, oggi rischiamo che la stessa ci riservi un finale drammatico.

Pertanto, mi auguro che il sindaco legga queste quattro righe e rifletta non tanto su ciò che dice e come lo dice, ma sui riflessi che le sue parole possono avere sul “cretino” di turno, perché c’è sempre un domani. E purtroppo a Messina è risaputo che la mamma dei cretini è sempre incinta.

Davide Gambale

Redazione

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