Razzismo, 45enne in manette per minacce verso due cestisti dell'"Orlandina"

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Razzismo, 45enne in manette per minacce verso due cestisti dell'"Orlandina"

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martedì 17 Marzo 2020 - 10:57

“Vi brucerei vivi”, “Muori negro”, “Sono un razzista convinto”. Sono solo alcune delle frasi minacciose che un uomo di 45 anni avrebbe proferito, per il tramite di profili falsi sui social network, nei confronti di due cestisti dell'”Orlandina” e di due ragazze, una delle quali è la compagna di uno dei giocatori di basket minacciati. Pertanto, ieri i poliziotti del Commissariato di Capo d’Orlando hanno eseguito nei confronti dell’uomo un’ordinanza di applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari, emessa su richiesta del sostituto procuratore Andrea Apollonio dal Gip presso il Tribunale di Patti Andrea La Spada.
Il reato contestato al 45enne è quello di atti persecutori ai danni delle ragazze e dei giocatori della squadra di basket “Orlandina”, militante nel campionato di basket di serie A2. I cestisti sarebbero stati insultati per avere la pelle nera, mentre una delle ragazze per avere simpatie nei confronti della locale squadra di basket e, quindi, anche per i giocatori di colore. La restante ragazza invece sarebbe stata ripetutamente insultata in quanto era la compagna di uno dei due giocatore di basket.
Quanto ricostruito, grazie alle indagini degli agenti di Polizia coordinati dal sostituto Apollonio della Procura della Repubblica di Patti, capeggiata da Angelo Cavallo, ha evidenziato che l’uomo, dal mese di gennaio di quest’anno, attraverso la creazione di falsi profili su social network e tramite post pubblici su profili di altri utenti, perseguitava ossessivamente le sue vittime con continue minacce di morte, nascondendo sempre la propria identità, spingendo le vittime a rivolgersi alla polizia, denunciando i fatti.
L’hater inoltre istigava anche altri utenti social a commettere atti di violenza per motivi razziali ed etnici nei confronti delle persone di colore, rendendosi altresì responsabile di gravi minacce di morte ai danni delle quattro vittime, cagionando loro un grave stato d’ansia e di paura, nonché un fondato timore per la loro incolumità e quella dei loro amici e conoscenti, inducendole, inoltre, a modificare le proprie abitudini di vita. Faceva inoltre intendere che sapeva dove abitassero e che sarebbe passato presto alle vie di fatto, salvo essere tempestivamente arrestato e ristretto ai domiciliari, con divieto assoluto di comunicare con l’esterno.