Coronavirus, Messina: scenario di guerra

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Coronavirus, Messina: scenario di guerra

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martedì 10 Marzo 2020 - 13:14

Anche Messina si ferma. L’estensione della zona protetta a tutta l’Italia ha bloccato anche la città dello Stretto. Com’è noto, nella tarda serata di ieri il premier Giuseppe Conte ha varato un decreto con il quale ha imposto agli italiani di restare a casa e di uscire solo in caso di necessità (andare al lavoro, fare la spesa, recarsi in farmacia, ecc.). L’obiettivo è quello di contenere quanto più possibile l’epidemia da coronavirus, che negli ultimi giorni non ha fatto altro che crescere in modo esponenziale. In caso contrario, si corre seriamente il rischio che possa collassare l’intero servizio sanitario nazionale, che si sta trovando a dover gestire un’emergenza senza precedenti: i posti in terapia intensiva sono circa 5 mila in tutta Italia e il continuo aumento di pazienti trasferiti in questo reparto sta mettendo a dura prova il sistema sanitario italiano.

Come detto, Messina si è fermata, anche perché il suddetto decreto ha dato mandato alle forze dell’ordine di monitorare gli spostamenti dei cittadini, e in particolare di verificare attraverso un’apposita autocertificazione, che può essere scaricata online oppure compilata sul momento durante i controlli, se effettivamente il cittadino si sta spostando per motivi strettamente necessari; i trasgressori possono rischiare anche il carcere. È surreale lo scenario di guerra a cui si può assistere tra le strade della città: attività chiuse o comunque senza clienti, mezzi pubblici vuoti e persone in fila con la mascherina per comprare viveri o farmaci è diventata da un giorno all’altro la normalità.

A rendere il tutto più surreale è il fatto che gli scaffali di alcuni supermercati sono stati letteralmente presi d’assalto.

I direttori delle varie catene di supermercati, anche al fine di garantire il rispetto della distanza di sicurezza di almeno un metro tra le persone, sono stati costretti a fare entrare i clienti a piccoli gruppi (in genere formati da cinque persone), e in taluni casi, con lo scopo di garantire che i viveri di prima necessità non finiscano immediatamente, è stato imposto l’obbligo di non comprare più di un certo numero di prodotti dello stesso tipo. Discorso analogo per le farmacie, all’interno delle quali si sta cercando di non far ammassare troppe persone in spazi ristretti. Qui i prodotti maggiormente richiesti sono in genere gel igienizzanti e mascherine. E a proposito di mascherine, le foto sono a dir poco eloquenti: è sempre più frequente imbattersi in persone con addosso una mascherina.