De Luca condannato per condotta antisindacale, MLI: "Ne risponda con risorse proprie"

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De Luca condannato per condotta antisindacale, MLI: "Ne risponda con risorse proprie"

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sabato 29 Febbraio 2020 - 10:22

“Non è assolutamente condivisibile che, al danno dell’arroganza politica e amministrativa, si unisca la beffa dell’esborso economico dalle casse comunali delle somme necessarie per soddisfare quanto determinato dai giudici nelle diverse sentenze”. Il capogruppo del Movimento liberi insieme, Roberto Cerreti, punta il dito contro l’Amministrazione comunale, e in particolare contro il sindaco Cateno De Luca, che negli ultimi giorni è stato condannato dal Tribunale di Messina, nell’ambito di due distinte cause promosse dalla Uil e dalla Csa, per condotta antisindacale.

Comportamento antisindacale, De Luca incassa una nuova condanna


Al riguardo, Cerreti chiede al sindaco di pagare tali somme con l’uso di risorse economiche personali, senza attingere da quelle di Palazzo Zanca: “Il nostro movimento, – prosegue Cerreti – memore della grande capacità organizzativa del sindaco nel promuovere raccolte fondi tra i propri amministratori e nominati in seno ai vari consigli d’amministrazione cittadini, propone al primo cittadino a promuove attraverso i media un grande gesto di responsabilità da parte sua, che comprenda l’indizione di una nuova raccolta di quote tra i suoi nominati ‘SOS Catenovirus’, finalizzata però questa volta a sgravare le casse comunali dall’incombenza di condanne subite ed evitabili, frutto esclusivamente di inadeguatezza amministrativa, arroganza e scarsa conoscenza delle procedure gestionali e di raccordo sindacale”.
“Messina, – conclude Cerreti – considerate anche le ulteriori cause promosse contro quest’Amministrazione, per analoghe e discutibili condotte sindacali, non può essere scenario per il propagarsi incontrollato del virus dell’arroganza e della saccenza amministrativa, ma ha bisogno di un serio freno al propagarsi del ‘Catenovirus’, partendo con l’assunzione delle proprie responsabilità e dei propri errori da parte del primo cittadino, che dovrebbe pagare con propri fondi e non con soldi pubblici le spese delle condanne o gli eventuali ricorsi derivanti dagli orrori amministrativi commessi da lui e dai suoi fidi in questo lungo, lunghissimo primo anno e mezzo di mandato”.