Meteo, scatta l'allarme siccità

É difficile trovare le parole giuste per postillare un inverno così osceno. Alla drammatica assenza di precipitazioni democratiche, che si protrae mestamente da oltre 2 anni, si addiziona anche la gravissima penuria di innevamento alle alte quote.

Le fugaci irruzioni fredde di gennaio e febbraio, non sono service a granché in ottica di approvvigionamento, per la comprensibile delusione dei gestori dei brulli impianti sciistici. Vedere Gambarie priva della coltre di neve naturale suscita immensa tristezza e malinconia.

Impossibile non rimpiangere i mitici anni 90, allorquando i nostri inverni erano quasi sempre nobilitati da almeno 4 importanti irruzioni gelide annuali, con la dama bianca che imbiancava fiabescamente tutti i nostri colli messinesi, anche sotto i 500 metri. Inverni palpitanti che resteranno custoditi e indelebili nella nostra memoria. 

Purtroppo quest’anno, il vortice polare estremamente sigillato e inattaccabile, non ha mai permesso scambi meridiani tali da destrutturare efficacemente l’enorme cisterna gelida raccolta sul circolo polare artico. 

Gli impressonanti scatti zonali,  artefici di jet streak eccezionali, hanno favorito l’approfindimento di numere depressioni atlantiche extra tropicali, l’ultima delle quali ha modellato un profondissimo minimo dal valore di  ben 915 hpa. Una dinamica sinottica davvero eclatante per il periodo in corso, con isobare praticamente addossate in aperto oceano. Come sempre avviene in occasione di esasperati flussi zonali, Regno Unito e Islanda sono sempre nella morsa di venti turbinosi  e piogge torrenziali, mentre raffiche superiori ai 210 km/h si furoreggiavano a 400 km dalla coste islandesi. Si può tranquillamente parlare di uno dei cicloni più catastrofici degli ultimi 100 anni. E fortunatamente l’acme del fittissimo gradiente orizzontale non ha mai toccato la terra ferma. Raffiche di 215 km/h avrebbero provocato un biblico cataclisma nel giro di pochissimi secondi.

Mentre il ciclone atlantico infieriva sull’Europa settentrionale, un perpetuo anticiclone delle Azzorre ha trovato nutrimento zonale sul mare nostrum, ben assistito da valori di geopotenziale tutt’altro che invernali ( 572 dam).

Suddetto profilo sinottico si protrarrà stucchevolmente anche nei prossimi giorni, con la corda zonale che non si spezzerà mai, salvo sterili scorticamenti.

Con questo quadro marcatamente zonale, martedì il tempo sarà bello ampiamente soleggiato, non eccettuando qualche orografico cumulo di bel tempo. Mercoledi ravviseremo una blanda erosione del campo barico ad opera di correnti umide ai bassi strati. Il cielo spazierà dal parzialmente all’irregolarmente nuvoloso per buona parte della giornata, con la nuvolosità cumuliforme che si alterneràa sottili cirri pomeridiani. Nessuna perturbazione riuscirà a spodestare l’alta pressione dal trono Mediterraneo, prolungando una siccità che assume contorni del sensazionalismo. La natura ha sete, le falde acquifere sono mestamente sprovviste da mesi  e non possiamo assolutamente sostenere un deficit di tale gravità anche nei prossimi mesi. La realtà più allarmante è che mancano piogge serie soprattutto a Calatabiano, la nostra fonte idrica. Se la natura non si degna di un provvidenziale atto di beneficienza idrica in quelle zone, in estate ci imbatteremo in immani problematiche. 

I venti spireranno debolmente sul versante tirrenico dai quandranti settentrionali, con locali rinforzi orografici di maestrale. Tutti i mari saranno calmo o appena increspati, con temperatura superficiale davvero perfetta per una eccellente tonificazione  (15.3°).

La temperatura, già sopramedia, lieviterà ulteriormente lambendo i 20°all’ombra in città e i 23°sul versante ionico parzialmente favonizzato. Mercoledì sarà difficile trovare picchi superiori ai 17°in pieno giorno. Il tasso dell’Ur farà segnare valori mediantemente elevati compresi fra il 60 e l’80%.

Le tendenze del tempo a medio termine prefigurano un parzialmente affievolimento del campo barico, dovuto a un debole flusso di correnti balcaniche un po più fresche. Giovedì mattina, una maggiore cumulo genesi avvettiva potrebbe offuscare a tratti il primo soleggiamento, spargendo qua e la insulse pioviggini londinesi. Nessun gradiente verticale potrà fomentare attività convettiva marittima (-20 a 500 hpa).

Successivamente, un poderoso anticiclone ibrido potrebbe estendere la sua tiepida egida, avvettando anche una +14 a 850 hpa. Insomma, non piove, non pioverà e la bella stagione bussa alla porta. Siamo spacciati. Un grazie di cuore e arrivederci.

Alessio Campobello

Redazione

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