VdF di Messina, problematiche da allarme rosso

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VdF di Messina, problematiche da allarme rosso

redme |
martedì 15 Ottobre 2019 - 06:45

Il comando VdF di Messina, tra i più complessi nel comprensorio siciliano, è stato al centro dei riflettori per varie emergenze storiche, tra tutte il devastante sisma del 1908, l’alluvione di Giampilieri e Scaletta del 2009 per non dimenticare gli incendi di Patti del 2007.
Il presidio peloritano espleta più di diecimila interventi annui con distaccamenti ubicati in zone turistiche non indifferenti. La peculiarità di un territorio come Messina, rende necessario un intervento per l’aumento di organico, un rinnovato parco mezzi, adeguato ai giorni nostri, e l’apertura di nuove sedi.
Su tutte il distaccamento Nord (attualmente situato in un ospedale dismesso). Secondo il sindacato Usb, “la sede non è in ottime condizioni e non rispetta i criteri sismici. Chiediamo che venga individuato un nuovo locale, idoneo e che rispetti i criteri di sicurezza. Altro distaccamento di fondamentale importanza, sarebbe il distaccamento Sud, Messina ha necessità di averlo per ricoprire meglio la città e dare risposte esaustive alla popolazione (cosa che fa egregiamente, ma in affanno e rischi non indifferenti), il soccorso nautico di Messina Porto e Milazzo ( dov’è presente un raffineria non indifferente, necessità di un aumento di organico, viste anche le recenti emergenze a Stromboli).
Per Roccalumera, distaccamento già decreto, ma mai individuato a causa delle zone non sicure per la costruzione di detta sede, è improcrastinabile rinviarne l’apertura.
Altra problematica di fondamentale importanza, è il nucleo sommozzatori di Catania, tra i primi in Italia come interventi ( in Sicilia è il primo, Palermo fa meno interventi) viene continuamente messo in discussione, copre oltre due milioni di abitanti, e nelle zone di Messina, zona marittima, non può assolutamente mancare un eccellenza del corpo, ricordando che l’intervento dei sommozzatori, non è solo marittimo, intervengono in qualsiasi ambiente, per recuperi, soccorsi.
L’aumento di organico per completare i turni, è cosa indispensabile, lo si è dimostrato anche nell’alluvione del 2009.
Sarebbe pleonastico menzionare i rischi: sismici, vulcanico (vedi Stromboli), dove sarebbe necessario avere più unità per garantire soccorso nelle isole minori, idrogeologici e di incendi presenti nel comprensorio, sono ormai abbastanza noti e li abbiamo più volte segnalati.
La richiesta di riclassificazione sede ed attrezzature all’avanguardia, in virtù della statistica d’interventi e rischi che abbiamo menzionato, rendono necessario un intervento da parte dell’amministrazione e del ministero.
Nell’attesa chiediamo, nelle more delle vostre possibilità, di discutere personalmente le varie problematiche, per un portare, ai soccorritori, ed alla popolazione, un eccellente dispositivo di soccorso nel territorio”.