Il Cortile presenta lo spettacolo Dux in scatola, la pièce più attesa della stagione

Maria Antonella Saia

Il Cortile presenta lo spettacolo Dux in scatola, la pièce più attesa della stagione

venerdì 26 Luglio 2019 - 18:19

Un appuntamento molto atteso quello che avrà luogo  lunedì, alle ore 20.45, nell’incantevole scenario di Palazzo Calapai – D’Alcontres nell’ambito della stagione  teatrale “Il Cortile – Teatro Festival”, diretto da Roberto Zorn Bonaventura con la collaborazione di Giuseppe Giamboi.
Si tratta dello spettacolo dal titolo Dux in scatola che ha come sottotitolo “Autobiografia d’oltretomba di Mussolini Benito”,  della compagnia Frosini-Timpano, diretto e interpretato da Daniele Timpano, e che sin dalla sua prima messinscena si è avvalso  di numerosi  e importanti  riconoscimenti.

Nelle note di regia è presentato così: «Un attore – solo in scena con l’unica compagnia di un baule che viene spacciato come contenente le spoglie mortali di “Mussolini Benito”– racconta in prima persona le rocambolesche vicende del corpo del duce, da Piazzale Loreto nel ’45 alla sepoltura nel cimitero di San Cassiano di Predappio nel ’57. Alle avventure post-mortem del cadavere eccellente si intrecciano brani di testi letterari del Ventennio, luoghi comuni sul fascismo, materiali tra i più disparati provenienti da siti web neofascisti, nel tentativo di tracciare il percorso di Mussolini nell’immaginario degli italiani, dagli anni del consenso agli anni della nostalgia. L’attore, costretto ad avvicinare la materia da una lontananza cronologica e ideologica immensa, gioca un’identificazione posticcia con l’oggetto del suo racconto, parlando sempre in prima persona, come se il suo corpo contenesse la forza criminale del fascismo tra le sue quattro ossa. Un’identificazione che è appunto posticcia, visto che in scena non c’è nessun tentativo di rappresentare un personaggio-Mussolini: il duce degli italiani è nel baule, o al limite nella tomba di Predappio. L’assimilazione forzata tra il soggetto (Daniele Timpano: “sinistramente” vivo) e l’oggetto (Mussolini Benito: “destramente” morto) del racconto riconferma la lontananza irriducibile tra due visioni del mondo inconciliabili».

Ancora una volta sul palco prendono corpo emozioni indescrivibili che s’intrecciano con la vita vera.