La manipolazione della questione morale. Di Pericle

La nascita e lo sviluppo del Movimento Cinquestelle nasce dal ricorso al più potente strumento di mobilitazione di emozioni che si conosca: la costruzione di un capro espiatorio. Individuare qualcuno o una qualunque entità come causa dei mali che ci affliggono. Ciò ha un indiscutibile vantaggio: permette alle persone di indirizzare contro quel qualcuno o quell’entità energia emozionale repressa, nonché di attribuire ad altri, anziché a se stessi la responsabilità di quei mali. Il V-Day (abbreviazione di vaffanculo-day) è stata una iniziativa politica tenutasi l’8/Settembre 2007 in diverse città come prosecuzione della campagna “Parlamento pulito” che, il comico Peppe Grillo aveva condotto attraverso il suo blog, ed ha rappresentato il potente strumento con cui tutto è stato delegittimato in nome della questione morale. Ma il MoVimento 5Stelle è solo un manipolatore di emozioni, non ha pensiero nè visione politica, è soprattutto una Kasta giustizialista che “interpreta la giustizia per gli amici e la applica per i nemici”.

L’alfiere giustizialista per eccellenza della carta stampata che soccorre e sostiene i cinquestelle è Travaglio che, con supponenza e tracotanza irritanti, ospite fisso dei talk-show, analizza, giudica e commenta avvisi di garanzia, condanne di primo grado e sentenze definitive. Non bastasse “il tragico romantico paladino della legalità”, una star loquace e affetta da un super IO smisurato è ospitata frequentemente nei salotti televisivi: Pier Camillo Davigo. Famose e acclamate le sue frasi: “il codice penale è fatto per farla franca” e davanti a casi conclamati di ingiustizia: ” in buona  parte non si tratta di innocenti, ma di colpevoli che l’hanno fatta franca”. Affermazioni su cui bisognerebbe riflettere attentamente!

Di fronte a simile sicumera e dinnanzi a tale iattanza chi scrive si sarebbe aspettato che il Dott. Davigo avesse risposto alle domande che il giornalista Luca Fazzo del quotidiano il Giornale gli  ha posto il 6/6/2019. Così commenta Fazzo: “un silenzio assordante risuona a Palazzo dei Marescialli, sede del CSM. Mentre sul Consiglio superiore della magistratura, si abbatte lo tsunami che rischia di travolgerlo, e leader vecchi e nuovi delle toghe italiane si affannano per salvare il salvabile, una sola voce non si è fatta sentire (tranne che per un breve intervento nel plenum di martedì): quella di Piercamillo Davigo, l’ex Pm di Mani Pulite divenuto leader della corrente Autonomia e Indipendenza ed eletto un anno fa al CSM in nome del rinnovamento”.

Travaglio su questo non ha commentato, mentre ha esaminato con maniacale e perfida attenzione il comportamento di Luca Lotti, definito da Massimo Cacciari politico di mezza tacca (vedere trasmissione Otto e mezzo). Allo stesso modo il capo politico dei cinquestelle non si era accorto che il sottosegretario Siri aveva patteggiato una condanna, nè che il viceministro Rixi era in attesa di giudizio; fino a quando non si è visto sopravanzare dai sondaggi (divenuti fattuali), Di Maio non si è mai accorto di nulla. Per evocare, poi, la più identitaria delle issues lanciate in questi anni dal suo Movimento: la questione morale. Dovrebbe apparire chiaro che tale ineffabile atteggiamento giustizialista ha avuto come scopo quello di limitare i danni.

Nessuna tragicità romantica vi è in questi personaggi, il concetto di giustizia è stato trasfigurato in giustizialismo, in vetrina mediatica, in potere, in strumento per abbattere gli avversari. Per questo riteniamo opportuno riportare di seguito la lettera inviata da Sergio Moroni al Presidente della Camera Napolitano, prima di suicidarsi.

Ricordo ancora con passione tante battaglie politiche ideali …Ma ho commesso un errore attendando “il sistema” e ritenendo che ricevere contributi o sostegni per il partito si giustificasse in un contesto dove questa era una prassi comune……Mai ho pattuito tangenti…., eppure vengo accomunato nella definizione di ladro, oggi così diffusa. Non lo accetto nella serena coscienza di non avere mai approfittato di una lira. Ma se la parola è flebile non resta che il gesto.

La questione morale di Enrico Berlinguer era cosa diversa dalla costruzione del capro espiatorio.

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